“Spiace che la Rai abbia ignorato la civile protesta degli agricoltori in occasione del passaggio del Giro d’Italia nel Chierese. E’ giusto far risaltare le bellezze del territorio e la voglia di ripartenza, ma chi ha avuto l’occasione di vedere quelle splendide immagini avrebbe anche dovuto sapere che proprio su quell’ambiente e su quei campi coltivati i cinghiali stanno provocando danni enormi, mettendo a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole. La situazione è insostenibile, non sappiamo più come dirlo, né a chi rivolgerci. Ci siamo illusi che le telecamere del Giro potessero rendere visibile questo grave problema, dopo di che continuiamo la nostra battaglia in tutte le sedi istituzionali per sollecitare interventi immediati”.
Così Stefano Rossotto, presidente di Cia-Agricoltori Italiani delle Alpi, commenta le mancata inquadratura, da parte delle telecamere del Giro d’Italia, della enorme scritta “emergenza cinghiali” realizzata da una colonna di trattori nei campi del Chierese per richiamare l’attenzione sul proliferare degli ungulati che sta mettendo in grave difficoltà gli agricoltori locali. “Sono anni che Cia Agricoltori delle Alpi si batte per ottenere provvedimenti di contenimento della fauna selvatica -continua Rossotto-, purtroppo nessuna istituzione, al di là delle rassicurazioni formali, ha ancora messo in pratica interventi concreti. Recentemente la Prefettura di Torino ha aperto un Tavolo di confronto istituzionale al quale abbiamo proposto che venissero coinvolti anche le Aziende territoriali per la caccia, i Comparti Alpini e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Nell’immediato, abbiamo chiesto alla Città Metropolitana di dare il via libera al tutor aziendale, come previsto dalla legge regionale e già attivo in altre province piemontesi, per contrastare in qualche modo l’imperversare dei cinghiali. Torino è la provincia più colpita da questa emergenza. La proposta di istituire la filiera della carne di selvaggina per incentivare gli abbattimenti dei cinghiali non ci convince. Invece di limitare il numero dei capi, si rischierebbe di moltiplicarlo, perché si creerebbe un interesse commerciale, tra l’altro a scapito del settore zootecnico tradizionale, già in grave crisi”. Rossotto esprime solidarietà anche agli agricoltori e ai cittadini che recentemente hanno costituito il Comitato Amici degli Ambienti Rurali Piemontesi (Co.A.A.R.P.) e promosso una specifica petizione popolare per richiedere interventi urgenti contro la fauna selvatica: «Siamo al vostro fianco», assicura il presidente di Cia Agricoltori delle Alpi.