Danni incalcolabili
Pietrapertosa distrutta dai cinghiali. Ancora una volta arrivano e invadono, mettendo ko le aziende del territorio. A dare la notizia è Cia Basilicata che racconta la situazione nell’azienda di Giacomo Cavuoti: gli ungulati hanno fatto fuori una decina di ettari coltivati a grano e trifoglio in contrada Castagna, in territorio “vincolato” dal Parco Gallipoli Cognato-Piccole Dolomiti Lucane. In poche ore, branchi di una decina di esemplari, “protetti” dai vincoli del Parco, hanno fatto danni dappertutto. Persino 1,5 ettari di grano biologico è andato perso.
La disperazione degli agricoltori
Cia Basilicata torna, dunque, a sottolineare la gravità della situazione e l’urgenza di interventi consistenti da parte delle istituzioni. “Non sarà certo il risarcimento che tra l’altro arriva, in misura molto limitata, dopo tre anni -dice l’agricoltore Cavuoti- a consentire la ripresa dell’azienda, tant’è che ho deciso di non seminare più. Non posso lavorare, investire di tasca mia per spese vive, fare sacrifici -aggiunge- per sfamare i cinghiali. Di 3 ettari di trifoglio oggi non sono in grado di produrre nemmeno una balla. La soluzione l’abbiamo indicata da tempo: bisogna autorizzare battute dei cinghiali anche nel Parco altrimenti le gabbie di cattura non daranno alcun risultato se non quello di scoraggiare i piccoli coltivatori. Inoltre, data l’emergenza perché i cinghiali sono un pericolo per agricoltori e famiglie fare intervenire l’esercito come sta accadendo in alcune regioni. Non possiamo più aspettare anche perché il Parco ha prodotto solo vincoli di ogni genere e nessun beneficio. La Regione accolga la nostra disperazione”.
Dispositivi di cattura
Cia Basilicata, che nelle scorse settimane aveva già promosso la raccolta di firme (obiettivo 20 mila adesioni) per sollecitare l’immediata adozione del piano straordinario di gestione e contenimento della fauna sul territorio Regionale di Basilicata, sostiene le richieste. Da mesi si assiste, infatti, solo ad annunci regionali. Si parla di impegni straordinari per affrontare adeguatamente l’emergenza cinghiali, ma poi sono stati stanziati appena 137mila euro da destinare ai comuni lucani per l’acquisto e l’installazione di dispositivi di cattura. Troppo poco -fa sapere l’organizzazione sul territorio- per pensare semplicemente di fare qualcosa. Lo scopo della nuova iniziativa è quello di sollecitare le Istituzioni regionali a intervenire con sollecitudine per porre un argine a questo crescente fenomeno che genera guasti incalcolabili e pericoli sempre più diffusi, ricorrenti e impattanti a colture, impianti, bestiame, mezzi e persone. L’auspicio è che il neo assessore Cicala, come pure ha annunciato, convochi al più presto un Tavolo in Dipartimento.
Vera e propria emergenza
“Non è più tollerabile uno stato di cose come quello a cui assistiamo da anni, oramai fuori controllo sia sul versante dei danni, sia sul versante dell’incolumità dei cittadini senza trascurare potenziale esposizione sul piano sanitario ed igienico” spiegano i presidenti di Cia Potenza, Lorusso, e Cia Matera, Stasi che rimarcano l’urgenza e l’indifferibilità di porre in essere un concreto segnale delle istituzioni nazionali rispetto a una situazione che è oggettivamente di vera e propria emergenza. “Non si può più assistere inermi a così tante aggressioni e continue invasioni di branchi che devastano raccolti e strutture. Non possiamo inoltre -aggiungono- trascurare la singolare situazione che si registra in materia risarcitoria che fa registrare sempre più ingenti e costosi indennizzi e contenziosi sempre più ricorrenti. Basta tergiversare, occorre mettere in campo così come prevedono le disposizioni nazionali, segnali concreti programmi di contenimento al fine di ripristinare una stato di ordinarietà sul nostro territorio, riportando in equilibrio la pressione faunistica e territorio venatorio disponibile lo chiede l’intera Comunità Lucana è un atto dovuto per dare un futuro alla Basilicata” (fonte: CIA).