Come è ormai più che noto, lo scorso mese di dicembre il Consiglio di Stato ha ridotto le giornate di caccia per quel che riguarda la Toscana e alcune specie. Nel dettaglio, si tratta di queste disposizioni:
– Merlo: chiusura caccia dal 18 dicembre 2018
– Cornacchia grigia, Ghiandaia, Gazza: chiusura caccia dal 17 gennaio 2019
– Alzavola, Marzaiola e Germano Reale: chiusura caccia dal 17 gennaio 2019
– Colombaccio: chiusura caccia dal 17 gennaio 2019
– Beccaccia: chiusura della caccia dall’11 gennaio 2019
La Regione ha quindi chiesto un ulteriore parere all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), in modo da sistemare e reintegrare le varie tempistiche.
Secondo quanto riferito dall’assessore all’Agricoltura, Marco Remaschi, non è stata ancora ricevuta alcuna risposta nonostante il mese trascorso. In assenza del parere è impossibile approvare in tempi utili un calendario con le azioni correttive, ripristinando quello originario, altrimenti si potrebbero rischiare conseguenze penali. Remaschi ha anche aggiunto come il calendario venatorio regionale sia stato redatto aggiornando i dati scientifici a disposizione, sia a livello europeo che nazionale, un dettaglio confermato da una recente sentenza del TAR Toscana.
La gestione venatoria è quindi sostenibile per ogni specie, comprese quelle che sono oggetto della chiusura anticipata. L’assessore ha così concluso il suo comunicato: “Riteniamo quindi che quanto ordinato dal Consiglio di Stato sia una limitazione dei diritti legittimi dei cacciatori, verso i quali manifestiamo la nostra solidarietà, ribadendo che la responsabilità di quanto sta avvenendo è da attribuire unicamente all’autorità giudiziaria verso la quale, in queste condizioni, non abbiamo alcuna possibilità di intervento”.