Agricoltori di Cherasco in lotta contro il fenomeno cinghiali
Oltre alla crisi economica gli agricoltori di Cherasco devono lottare anche contro il fenomeno cinghiali, fenomeno particolarmente vivo e sentito nel territorio. Molti agricoltori lamentano da molti anni tale problema che oltre a rovinare i campi dà anche un grosso danno economico, un problema che sussiste e che invece di diminuire continua ad aumentare. “Ogni anno con la bella stagione si semina il mais – spiega Maurizio Panero, agricoltore cheraschese – ma di notte queste bestiole arrivano e si mangiano tutto o in parte il seminato, arrecando un gran danno e costringendoci nuovamente a riseminare.
Oltre al fatto che dobbiamo riseminare più volte c’è il problema che la terra calpestata più volte non rende più come la prima volta e quindi oltre alla beffa si ha anche un grosso danno economico. I danni prodotti dagli ungulati vengono risarciti – conclude Panero – ma viene ripagato solo il seme e poco altro, non certo il danno complessivo subito.”
Il problema è affrontato anche dalla Coldiretti locale, che da tempo cerca di trovare una soluzione. “Quest’anno sono già state effettuate due battute di caccia nel territorio cheraschese – spiega Giorgio Bergia, responsabile di zona della Coldiretti – la prima ad inizio aprile, e la seconda venerdì scorso, ma tutte due hanno prodotto pochi risultati. Adesso abbiamo nuovamente inviato una lettera alla Provincia e all’ATC (ambito territoriale caccia) CN1 per riportare l’attenzione sul problema, su una situazione che sembra essere unica nella zona. E’ singolare che mentre nei restanti comuni dell’ATC i danni da cinghiali siano stati contenuti e in continuo regresso, nel territorio di Cherasco la tendenza sia all’opposto. Anzichè diminuire questi sono in costante aumento tanto che le spese per i danni agricoli sostenute dall’ATC sono sempre più concentrate su Cherasco, mentre diminuiscono altrove. Purtroppo il problema rimane e anche se adesso gli animali si sono sparpagliati nei territori circostanti sicuramente torneranno nel cheraschese – conclude Bergia – visto che in zona c’è una riserva venatoria privata che grazie al suo bosco rappresenta l’habitat ideale per questi animali.”
Qualcuno, esasperato dai danni prodotti, ha già sperimentato una possibile soluzione, una gabbia cattura-cinghiali. “Qualche settimana fa sul mie terreni ho visto 13 cinghiali insieme- spiega ancora Maurizio Panero – e allora ho deciso di intervenire. Mi sono informato presso altri miei colleghi e ho installato in un mio terreno una gabbia cattura-cinghiale. Si tratta di gabbie in regola, previste dalla normativa regionale e che si possono installare dopo apposita domanda in regione. A qualcosa è servito, visto che dopo qualche giorno ne ho catturato uno. Inoltre, avvisata la guardia forestale dell’avvenuto, l’animale mi è stato lasciato come risarcimento danni. Forse non tutti gli agricoltori sanno di questa possibilità – conclude Panero – soluzione che non risolve certamente tutti i problemi, ma che può diminuire il numero di animali liberi in giro e quindi dare un aiuto a tutti.”
Tratto da https://www.targatocn.it