E’ di gran moda il buonismo, che non consiste solo nell’assolvere o mandare a piede libero grassatori e rapinatori extracomunitari perché vittime del ‘disagio sociale’, ma anche nell’adoperarsi perché venga abolita la caccia ai cervidi e ai bovidi durante il periodo degli amori, che , in tutta Europa rappresenta il periodo migliore per scegliere il capo da prelevare. Nessun consesso di scienziati ha mai detto che questa pratica faccia danno e quindi vada abolita. E così, per ubbidire a questa nuova moda culturale, già è stato cancellata la caccia al bramito al cervo dal calendario del Friuli-Venezia Giulia (Regione a Statuto Speciale che si può dire abbia “importato la caccia di selezione” in Italia). Ma quando l’ideologia ha il sopravvento sulla scienza, succede anche questo. Sull’argomento “caccia al bramito” è uscito un dotto articolo di Ettore Zanon sulla bella rivista Cacciare a Palla che fra tanti meriti ha anche il demerito di aver fatto da cassa di risonanza a questa filosofia buonista. L’articolo ha toccato un nervo scoperto di Goffredo Grassani, grande esperto di caccia alpina, che ha contribuito a far crescere la popolazione dei cervi della Foresta di Tarvisio dai pochi esemplari degli anni ’50 alle migliaia esemplari di oggi. E’ da Tarvisio che partirono 20 anni fa i cervi che hanno ripopolato il nostro Appennino, dall’Emilia Romagna, alla Toscana, all’Umbria, fino alle foreste del Pollino in Calabria. Merito anche delle tecniche di prelievo, tra cui la caccia al bramito, praticate in tutta Europa. Ecco la risposta che Goffredo ha inviato alla Rivista e che noi ci permettiamo di sottoporre alla vostra attenzione. B.M
”Cervi al bramito” : un titolo così in copertina non poteva non attirare la mia curiosità. Mi aspettavo un intervento tecnico, un’analisi del problema sotto il profilo scientifico, che ne so, uno studio sui riflessi eco-etologici, sulla dinamica della popolazione, sullo sconvolgimento ambientale nel bosco, santuario dei piccoli rumori, travolto dal conturbante risuonare del bramito. Niente di tutto questo. L’articolo è solamente un intervento “a favore” della novità del secolo, la sospensione della caccia al cervo durante il periodo del bramito, non per motivi tecnico/scientifici, ma così, perché pare buono. Il tutto condito solamente da affermazioni apodittiche, buttate lì, tanto per continuare una messinscena iniziata a Fiera di Primiero, “Cervus 2007”. Mi domando se l’articolista, che fa parte del Comitato di Redazione di “Cacciare a palla”, abbia letto attentamente quanto riportato dalla Rivista sull’argomento, ed in particolare il parere del Dottor Silvano Toso, che non abbisogna di commenti. Tra l’altro, fosse veramente una necessità, scientificamente provata, alla sospensione della caccia dovrebbe abbinarsi la sospensione di ogni e qualsiasi attività boschiva, lesiva del delicato momento degli amori: niente funghi, né altri prodotti del sottobosco, niente escursioni, fotografie, documentari, niente attività boschiva propriamente detta. (Voglia di parchi?). Una situazione che, abbinata a quella dello stambecco (escluso dalla caccia proprio nella sua patria di origine e padre esclusivo della diffusione della specie in tutta Europa), a quella della capra di Montecristo e del cervo della Mesola (tre gemme italiche), alla qualifica giuridica della selvaggina (che dobbiamo salvaguardare perché il resto dell’Europa possa meglio usufruirne), contribuirà non poco a renderci ulteriormente ridicoli di fronte al mondo intero. Weidmannsheil! Goffredo Grassani.
Caccia Passione sarà ben lieta di ospitare un’eventuale replica di Ettore Zanon o di chi abbia qualcosa da dire in merito. F.C