Quella del digiscoping è una passione che accomuna molti cacciatori che dopo anni di studio del selvatico cui danno la caccia, davvero non possono far a meno di immortalare le loro pose più naturali.
E’ nata prima la passione per la natura, poi quella per la caccia ed infine quella per la favolosa fotografia e per il digiscoping. Ne avete già sentito parlare? Ci si avvicina furtivamente al selvatico, cosa che noi cacciatori dovremmo saper fare a meraviglia, e gli si punta contro un obbiettivo, in attesa che qualche sua suggestiva posa ravvivi il nostro interesse e stimoli lo scatto.
La mia lunga esperienza di fotografo naturalista mi ha portato a girare buona parte dell’Italia settentrionale e a fotografare una quantità di animali davvero sorprendente, ma l’ungulato che mi affascina di più è di sicuro il cervo. Mai visto un animale tanto imponente ed elegante.
Sarà perché è difficile da scovare in atteggiamenti naturali, sarà perché immortalarlo al bramito è un’esperienza da provare, fatto è che appena posso scappo in compagnia della mia macchina fotografica alla ricerca di emozioni da mettere in digitale.
Della fotografia naturalistica mi sono innamorato circa dieci anni fa, quando tutto intenzionato a conoscere meglio le abitudini dei selvatici cui davo la caccia in maniera programmata, mi sono trovato ad ammirare animali di ogni genere e tipo, non solo intelligenti, ma anche davvero belli. Scivolare nelle loro abitudini quotidiane senza essere visti è davvero un’emozione che non ha prezzo, ma quando ho avuto la fortuna di incappare in un meraviglioso esemplare di cervo, ho desiderato per la prima volta avere una macchina fotografica. Detto fatto, me ne sono procurato una adatta, e alla caccia ho intervallato lunghi periodi di studio del selvatico.
Ricordo ancora la prima foto che ho scattato ad un cervo al bramito. Saranno trascorsi almeno 6 anni, ma sono momenti che non si dimenticano tanto facilmente.
Avevo con me la mia compatta digitale in abbinamento con il telescopio, regalo di mia moglie che condivide con me la passione per la fotografia. Gli strumenti d’altronde non costano troppo, meno di quanto vi possiate immaginare, ma il loro utilizzo vi riempie le giornate e vi consente di vivere la natura in maniera semplice e suggestiva.
Avevo organizzato una bella gita con quella che allora era la mia ragazza presso un parco austriaco, pensando a tutto fin nei minimi dettagli: anche il tempo per quel fine settimana non aveva segreti. Ci attendevano due giorni di meraviglioso sole.
Appena arrivati abbiamo abbandonato i bagagli e ci siamo immediatamente diretti verso il folto del bosco, scantonando leggermente dai percorsi segnati per gli amanti del trekking. Solo in questo modo, ci ha detto la guida, avremmo avuto qualche possibilità di scovare un cervo.
Ovviamente abbiamo seguito con precisione tutte le informazioni dateci, ma per le prime due ore non c’è stata traccia di alcun cervo. Devo ammetterlo, io e Katia stavamo per abbandonare la ricerca quando lei per prima ha iniziato a percepire qualche rumore.
Dotati entrambi di un abbigliamento mimetico, ben posizionati a favore di vento abbiamo avanzato verso i rumori caratteristici di un gruppo di cervi che consumano un lauto pasto.
Intanto la vegetazione si diradava, e si iniziava a percepire un frizzante rumore d’acqua che correva lungo un fino letto. L’attesa si stava facendo davvero insopportabile quando finalmente li abbiamo visti. Erano distanti da noi circa una cinquantina di metri e fra i pochi, meravigliosi esemplari abbiamo immediatamente distinto il maschio che ha iniziato ad assumere pose che non potevo non immortalare.
Era un eccezionale esemplare di cervo rosso, imponente ed elegante, ad oggi diffuso in tutto l’alto Adige, in Italia centrale, in Austria , in Svizzera e in Slovenia.
Entrambi ci siamo pentiti di non aver portato con noi il capanno mobile, ci avrebbe consentito di avvicinarci di più, passando inosservati.
Il momento più eccezionale dell’intero incontro è stato quello durante il quale abbiamo avuto la possibilità di scattare istantanee del bramito di quel meraviglioso esemplare di cervo rosso: io ho portato a casa una bellissima foto frontale, Katia un’incredibile posa laterale.
Immagino sia stato per colpa mia che siano scappati. Ho cercato di avvicinarmi di qualche metro, ma il cervo ha un istinto e un udito davvero raffinati.
Ci hanno salutati con una frenesia che naturalmente ho dovuto fotografare.
Dopo qualche minuto siamo scappati anche noi. Dovevamo assolutamente dare uno sguardo ai bellissimi scatti che ancora oggi restano fra i più suggestivi che ho realizzato. La fortuna del principiante.