In questi ultimi giorni si è svolto il censimento dei camosci al confine tra Belluno e Trento, quindi fra Veneto e Trentino Alto Adige. Guardie Forestali e cacciatori hanno convenuto sul fatto che il numero di animali sia in aumento esponenziale, una tendenza che dura da diverso tempo, oltre che la dimostrazione della presenza di troppe specie nel territorio in questione. Il Ministero dell’Ambiente ha chiesto forme alternative di contenimento e ci proverà proprio il Veneto grazie a una intesa tra Coldiretti e allevatori regionali.
Si tratta di recinti elettrificati e cani da guardia, ma non sono esclusi altri metodi per proteggere il bestiame. I risarcimenti agli allevatori veneti da parte della Regione nel corso del 2017 hanno sfiorato i 140mila euro a causa dei danni delle predazioni. Per quest’anno, invece, sono stati stanziati 200mila euro, da investire nei recinti e nei cosiddetti “dissuasori faunistici”.
I risarcimenti sono considerati positivamente, ma è ovvio come non bastino per risolvere il problema. Non ci sarà alcuna caccia al lupo, eppure il contenimento dei danni deve essere prioritario. Il censimento dei camosci, infine, sarà utile in previsione dei prossimi piani da predisporre per quel che concerne questa specie.