Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha concluso il monitoraggio e il censimento dei camosci presenti in questo territorio. Il conteggio è stato perfezionato nel 2018 nel corso di diverse giornate: lo scorso anno sono stati registrati 636 esemplari in totale, di cui 117 nuovi nati (il tasso di natalità è stato pari al 18% per la precisione). Inoltre, non va trascurato il tasso di sopravvivenza al primo anno dei piccoli, non molto lontano dal 70%.
La popolazione dei camosci è stata definita stabile, nonostante qualche differenza per quel che riguarda le aree di competenza. Nel 2017, infatti, gli animali erano poco meno di 600 in tutto (598 nello specifico): un aumento importante c’è stato nella zona del Marsicano. Un’altra espansione apparsa evidente in questo caso è stata quella delle Mainarde del Lazio, in primis i branchi di femmine con i capretti. Nell’area Meta-Tartari sono aumentati gli esemplari contati, ma i nuovi nati sono calati di trenta punti percentuali.
Lo stesso ente parco ha parlato dei disturbi turistici e ricreativi, dei cambiamenti climatici e della promiscuità con altri ungulati selvatici come fattori che hanno inciso sul cambiamento della popolazione, senza invece fare alcun riferimento al mondo venatorio. Nel complesso il dato finale è stato comunque giudicato più che positivo.