Il Centro Didattica Ambientale Faunistica (CEDAF) ha promosso una iniziativa molto interessante. I dettagli sono stati resi noti grazie a un intervista rilasciata dal presidente Massimo Fabbri al quotidiano La Nazione: si è deciso infatti di promuovere dei corsi specifici e mirati per rendere ancora più sicura la selvaggina, grazie in particolare a una filiera che rispetti delle regole fisse in ogni momento, dall’abbattimento dell’animale al piatto del consumatore. Si sta parlando di un cibo sempre più apprezzato e non soltanto dai cacciatori. La carne di cinghiale, ma anche quella di caprioli e degli altri selvatici che vengono fatti oggetto del prelievo venatorio hanno conquistato molti ristoranti, con menù ad hoc e apporti nutritivi di tutto rispetto.
Il CEDAF è l’organo formativo a cui fa riferimento la Confederazione Cacciatori Toscani ed è spesso protagonista di corsi venatori molto utili. Come spiegato da Fabbri, quello relativo alla selvaggina consentirà di rilasciare un titolo che verrà riconosciuto a livello europeo e regionale per quel che riguarda la commercializzazione della carne degli ungulati (ovviamente quelli cacciati in modo regolare). Le lezioni verteranno soprattutto sulle patologie che possono colpire la selvaggina di cui si sta parlando, ma anche il trattamento delle carni.
I partecipanti saranno dunque in grado di effettuare in modo adeguato un esame preliminare per prevenire la zoonosi: con questo termine si indica la malattia infettiva che può essere trasmessa dagli animali all’uomo. Che cosa prevede nello specifico il programma di studio? Il corso sarà caratterizzato dall’analisi approfondita di tutti i comportamenti anomali e delle eventuali modificazioni delle patologie che potranno essere riscontrate negli animali selvatici in seguito a malattie o altri elementi. Gli insegnamenti serviranno anche a gestire il capo dopo l’abbattimento, rispettando le norme igienico-sanitarie, senza dimenticare il corretto smaltimento degli scarti e delle parti degli ungulati che non possono essere mangiate.
A questo punto sorge spontanea un’altra domanda: a chi si rivolgono le lezioni del Centro che ha sede a Firenze? I cacciatori sono ovviamente i primi soggetti che vengono in mente, ma non sono gli unici destinatari del programma appena descritto. In effetti, il CEDAF ha pensato di rivolgersi anche agli appassionati di gastronomia e norcineria, visto che sono attivi corsi dedicati proprio a questi argomenti. Il presidente ha concluso la sua intervista sottolineando la differenza tra cacciagione e la selvaggina: quest’ultima è soggetta anche ad allevamento ed acquisto (persino sul web) ed è sottoposta a una alimentazione che condiziona il gusto e la presenza di grasso.