Riportiamo di seguito il comunicato di risposta a Cia Toscana pubblicato da Federcaccia: Leggiamo con un certo stupore, il Comunicato di Cia Toscana diffuso pochi giorni fa a seguito di quanto avvenuto in seno all’ATC Pistoia 11, sul prelievo in selezione del cinghiale. Al di là della discussione tecnica, su un provvedimento nato anche per venire incontro alle esigenze del mondo agricolo e per una corretta gestione faunistica della specie, la cosa che più fa dispiacere è che si tenti di addossare sulla Federcaccia, responsabilità o meglio accuse, che respingiamo con decisione e fermezza.
Un allarmismo, quello lanciato da Cia Toscana, sui danni provocati dagli ungulati alle coltivazioni agricole, che non condividiamo e che ci appare veramente ingeneroso e fuori luogo, soprattutto se rapportato ad una realtà, quella dell’ATC Pistoiese che ha da tempo raggiunto livelli di sostanziale equilibrio, su un problema delicato e complesso. Generare allarmi e attacchi strumentali su una realtà territoriale che riscontra danni da cinghiale in area vocata non superiori a 5.000 euro e che per anni non ha superato i 50.000 euro per l’intero territorio dell’ATC onorando senza ritardi la liquidazione dei danni stessi in termini di legge, ci pare francamente paradossale e fuori luogo.
Grazie al lavoro di Federcaccia e dei suoi rappresentanti in seno al Comitato di Gestione, l’ATC è da tempo impegnato nel dare risposte operative a queste problematiche e ad assicurare il massimo delle risorse destinabili sulle opere ed attività di prevenzione al verificarsi dei danni stessi nelle aree più sensibili. Aver chiesto uno stop su un provvedimento applicativo di alcune forme di prelievo, per valutarne meglio la sua migliore applicazione, non può essere certamente rappresentato come un atto di ostilità verso gli agricoltori, né di irresponsabilità verso le imprese e le loro famiglie. Non è comunque intenzione della Federcaccia Toscana, scadere o peggio ancora, alimentare una polemica su un fatto specifico, per trasformarla in una ennesima occasione per uno scontro tra mondi, quello venatorio e quello agricolo, che devono necessariamente riannodare a livello regionale, i fili del dialogo e del confronto costruttivo, nell’interesse generale.
Su questo da parte nostra, abbiamo preso impegni precisi con l’Assessore Saccardi e con la Regione Toscana, partendo dalle fondamenta di una discussione puntuale, sul nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale e sulle nuove prospettive che riguarderanno il Piano di Sviluppo Rurale e le opportunità messe in campo dalla riforma della PAC e più in generale dall’Europa. L’appello che rivolgiamo pertanto a Cia Toscana, come del resto a tutte le componenti del mondo agricolo, è quello di abbandonare atteggiamenti difensivi e rivendicativi, per dedicare maggiori energie su una nuova progettualità comune finalizzata alle prospettive e opportunità che ci attendono. Insieme e non contro, cacciatori ed agricoltori potranno generare politiche virtuose, attivare risorse vere per il territorio, l’agricoltura di qualità e la gestione faunistica. Di ciò, siamo e rimaniamo fermamente e caparbiamente convinti. E’ per questo che vogliamo considerare i toni, uno scivolone a cui Cia Toscana potrà e saprà sicuramente porre rimedio.