No deciso a qualunque ipotesi di progressiva privatizzazione della caccia in Toscana. Riaprire e recuperare la concertazione per riaffermare ruolo e competenze degli ATC, prefigurando, con il nuovo Piano Faunistico Regionale, le strategie gestionali per il rilancio del modello toscano. Sono questi alcuni degli elementi essenziali scaturiti dalle conclusioni del Presidente Enrico Rossi, al termine di un importante incontro tenuto ieri presso la Presidenza, alla presenza delle Associazioni Venatorie e Agricole Regionali e degli ATC. La posizione netta e condivisibile del Presidente ha tenuto conto di quanto evidenziato con forza nell’ intervento di Moreno Periccioli, Presidente Federcaccia Toscana, che a nome di tutte le associazioni aderenti alla Confederazione Cacciatori Toscani aveva precedentemente ribadito la necessità di recuperare e ristabilire un percorso condiviso su tematiche centrali per il futuro della caccia in Toscana.
Per tornare ad essere Regione di riferimento nel quadro nazionale ed uscire dalle secche che hanno caratterizzato questa legislatura, occorre da subito delineare le linee strategiche sulle quali caratterizzare l’azione di governo: Nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale, rafforzamento degli ATC chiarendone ruoli e competenze all’indomani dell’ accentramento delle competenze alla Regione, risorse per il settore e una nuova programmazione finalizzata alla corretta gestione faunistica. Temi che dovranno accompagnarsi alla netta contrarietà sui tentativi di progressiva privatizzazione della caccia, che attraverso ipotesi di costituzione di Aziende Faunistico Venatorie sociali e di una progressiva moltiplicazione di aziende faunistico-venatorie anche limitrofe alle aree protette, rappresentano i punti centrali ed inquietanti di un documento che da settimane circola negli ambienti della regione.
Un documento senza paternità che oggi ipotizza il superamento della caccia sociale, la chiusura degli ATC, la soppressione delle Zone Ripopolamento e Cattura e forti ingerenze sull’attività delle Associazioni Venatorie. Un delirio per aprire la strada ad una caccia che noi non vogliamo e che non può essere l’obiettivo di questa Regione. A seguito degli interventi dei partecipanti, i Presidenti degli ATC hanno rivendicato con forza la legittimità del loro operato e richiesto alla regione un vero supporto sino ad oggi venuto meno. Il Presidente Rossi ha proposto di giungere ad un protocollo d’intesa da sottoscrivere tra le organizzazioni, la Regione e gli ATC incentrato sui seguenti punti:
– Nuova impostazione di Governo per superare le criticità in materia faunistico-venatoria;
– Linee di indirizzo del Nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale entro il 31.12.2018;
– Modello di gestione, risorse, ruolo e competenze degli Ambiti Territoriali di Caccia;
– Approvazione di uno specifico regolamento inerente alle linee guida regionali per la determinazione e risarcimento dei danni da fauna selvatica alle produzioni agricole;
– Applicazione fondo di solidarietà per gli ATC con minori entrate economiche;
– Elenco e modalità di rotazione per i periti incaricati nella valutazione dei danni da fauna selvatica;
Successivamente alla sottoscrizione del protocollo, la Giunta Regionale, provvederà a riformulare alcune delibere operative, bloccate nelle precedenti sedute della Giunta stessa e che nella riunione di ieri è stato deciso di rinviare per ulteriori approfondimenti. Tra queste, particolarmente discussa e dalla CCT valutata criticamente, quella che prevede di assegnare all’agricoltore la facoltà di intervento diretto per l’abbattimento della specie cinghiale sul proprio fondo. Una norma discutibile, forse inutile per gli stessi agricoltori, che potrebbe ingenerare vulnus legislativi pericolosi per una corretta applicazione dell’art. 37 e degli interventi di controllo che dovrebbero rimanere prerogativa degli ATC. La CCT nei prossimi giorni e settimane si impegnerà come sempre nel dare il massimo apporto al lavoro proposto dal Presidente Rossi, con senso di responsabilità e con l’autonomia che la contraddistingue.