Come reso noto dalla Confederazione dei Cacciatori Toscani, la LIPU è tornata nuovamente all’attacco sui calendari venatori delle regioni italiane. In un comunicato uscito in concomitanza con la chiusura della stagione venatoria, l’associazione ambientalista torna ad attaccare le regioni accusandole di una cultura “filo-venatoria”. La proposta che la LIPU avanza, è quella di trasferire le competenze sulla materia al Ministro dell’Ambiente sul piano nazionale e agli Assessorati all’Ambiente nelle regioni.
E’ chiaro che lo scontro in essere con le posizioni in più occasioni espresse dal Ministro dell’Agricoltura Centinaio, di segno diametralmente opposto, abbiano generato, come del resto avviene sul larga parte dei temi all’ordine del giorno del Governo giallo-verde, l’ennesimo corto circuito tra Lega e Cinque Stelle. La caccia, fino a ieri materia estranea al “patto di governo”, rischia di diventare terreno di scontro e di prove muscolari ancora dall’esito incerto. La battaglia che il mondo venatorio dovrà compiere con coraggio e grande autonomia, dovrà essere incentrata sul decentramento delle competenze e per il rafforzamento del ruolo delle regioni nel governo della materia. La caccia infatti è da sempre e per ragioni oggettive, parte del sistema rurale e agricolo. Lì, deve rimanere! Certo è che i prossimi mesi, si caratterizzeranno per l’acuirsi di una nuova stagione contro i calendari venatori e le regioni.
La macchina della propaganda ambientalista e animalista è da tempo in moto e i condizionamenti verso l’opinione pubblica, saranno pesanti e sferrati su fronti molteplici. Dobbiamo essere capaci di sviluppare non solo una forte resistenza nei Tribunali Amministrativi e nelle sedi istituzionali, ma anche uscire allo scoperto nei confronti della politica sui temi che oggi ci stanno a cuore. La caccia (ormai pare certo), rappresenterà un terreno di confronto e scontro politico. Noi, dobbiamo esserci, portando in campo valori e posizioni chiare su cui misurare la politica o cosa rimane di essa.