Ormai messi alle spalle i mesi primaverili ed estivi è giunto il momento di fare un bilancio della stagione riproduttiva appena trascorsa analizzando i dati provenienti dalla stazione ornitologica di Porto allo Stillo. Il monitoraggio si è sviluppato utilizzando più tecniche: a vista per gli uccelli acquatici e attraverso censimenti al canto, cattura ed inanellamento delle specie ornitiche di piccole dimensioni con particolare riferimento ai passeriformi. L’interpolazione delle varie tecniche restituisce una fotografia più o meno reale dell’andamento della stagione riproduttiva all’interno dell’area palustre oggetto di studio. Il periodo tardo primaverile-estivo è stato caratterizzato da precipitazioni costanti, ciò ha permesso di mantenere un regime idrico piuttosto elevato per tutta la primavera e per buona parte dell’estate.
Questa abbondanza di acqua ha avuto come effetto un evidente ritardo della crescita delle varie specie arbustive, ed in particolare del canneto, con conseguenze differenti sull’insediamento delle diverse specie di uccelli. Se da un lato le specie acquatiche sono state favorite da tali condizioni, i passeriformi maggiormente legati al canneto ne hanno invece risentito. Quest’anno i chiari ed i canali dell’area soggetta a divieto di caccia hanno ospitato da marzo fino agli inizi di agosto, un consistente numero di uccelli acquatici di gran lunga superiore a quelli registrati negli anni precedenti. Tutto ciò significa che gli impegnativi miglioramenti ambientali stanno effettivamente iniziando a dare i loro risultati. Oltre alle specie nidificanti come il Germano reale e la Folaga presenti in numeri veramente ragguardevoli, e per le quali sono censite 110 unità per i primi e oltre 400 per i secondi, hanno frequentato l’area anche numerose altre specie.
Con numeri più o meno consistenti, a seconda del periodo e del livello di acqua, l’elenco completo delle specie osservate è il seguente: Marzaiola, Alzavola, Mestolone, Moretta tabaccata, Svasso maggiore, Svasso minore, Tuffetto, Gabbiano reale, Gabbiano comune, Cormorano, Airone cenerino, Airone bianco maggiore, Nitticora, Sgarza ciuffetto, Airone rosso, Tarabuso, Tarabusino, Ibis sacro, Mignattaio, Cicogna bianca, Spatola, Beccaccino, Pavoncella, Pantana, Pettegola, Piro piro piccolo, Piro piro culbianco, Piro piro boschereccio, Pittima reale, Combattente, Falco di palude e Albanella reale. Agli animali strettamente legati all’ambiente acquatico, vanno aggiunti anche le specie che frequentano l’area palustre per trovare riparo notturno nel canneto durante la migrazione o che utilizzano l’area per il foraggiamento e la nidificazione. Dai censimenti condotti a canto e vista sono state registrate le presenze di numerose specie, a riprova dell’importanza di questa area come luogo di sosta e nidificazione.
L’abbondanza di uccelli migratori e nidificanti in determinati momenti ha offerto uno spettacolo per tutti coloro che con visite organizzate dall’associazione il Padule hanno frequentato l’osservatorio. Tra fine maggio ed inizio luglio scolaresche e centri estivi hanno potuto visitare l’area e osservare anatre, aironi e limicoli oltre ad assistere a sessioni di inanellamento a scopo scientifico. Il mese di giugno è stato particolarmente intenso in questo senso, soprattutto con le attività dedicate alle scuole e ai campi estivi. Particolarmente interessante è “la settimana del padulano” organizzato dall’associazione “Il Padule”. Durante la settimana i ragazzi hanno preso parte ad una sorta di campo estivo presso il Casotto del Sordo dove, seguiti da una guida ambientale, hanno avuto modo di apprendere nozioni sull’ambiente e sui mestieri tipici dell’area palustre, svolgendo infine una visita all’osservatorio ornitologico per osservare da vicino le varie specie ornitiche. Tra le numerose visite di scolaresche sono da segnalare quelle della scuola elementare Carducci di Fucecchio nell’ambito di un progetto europeo mirato alla conoscenza del padule di Fucecchio. Le foto, mostrano proprio una delle giornate in cui i ragazzi della scuola Carducci hanno fatto visita all’osservatorio ornitologico.
Il monitoraggio dei passeriformi attraverso la cattura e l’inanellamento scientifico è andato avanti regolarmente con cadenza per decade durante tutto il periodo primaverile estivo. Benché dai rilevamenti condotti al canto e a vista le specie monitorate siano state numericamente elevate, dai dati provenienti dall’inanellamento emerge che il numero di singoli individui è risultato molto inferiore a quello della stagione 2018. Per il medesimo periodo preso in esame, le specie catturate sono state più o meno le stesse: 21 per il 2018 contro le 19 per il 2019. La differenza registrata nei due anni ha interessato il numero di catture che tra aprile ed agosto 2018 sono state di 396 uccelli contro gli appena 134 del 2019. Questa enorme differenza è dovuta essenzialmente al calo di presenze delle specie nidificanti nel canneto. La cannaiola, che è la specie principale oggetto di cattura, ha visto passare da 227 individui catturati nel 2018 ai soli 85 del 2019. Stesso discorso ma con numeri ampiamente più bassi si è avuto per Cannareccione e Usignolo di fiume. Questa enorme difformità di consistenza tra l’anno in corso e gli anni precedenti è probabilmente riconducibile alle condizioni di crescita del canneto al momento dell’insediamento di queste specie. Come detto in precedenza gli abbondanti livelli idrici, superiori alla media del periodo, da un lato hanno favorito la presenza delle specie acquatiche ma di contro hanno rallentato la crescita della vegetazione palustre causando difficoltà ai passeriformi nidificanti.
Nonostante il numero relativamente basso di catture non sono mancate specie di particolare interesse conservazionistico: in particolar modo sono da segnalare la cattura di una giovane Salciaiola in pieno periodo riproduttivo e alcuni giovani individui di Forapaglie castagnolo; entrambe specie divenute piuttosto rare e considerate specie target nella valutazione dello status di salute degli ecosistemi palustri. Con la fine di agosto si è iniziato ad osservare anche i primi movimenti migratori che stanno riportando le specie a lungo raggio nei loro quartieri di svernamento in Africa e la comparsa dei primi migratori continentali. Nei prossimi mesi oltre alle consuete catture rivolte ai piccoli uccelli saranno condotte alcune sessioni mirate ai beccaccini nell’ambito di un progetto con l’Università di Pisa che prevede l’apposizione ad alcuni individui di rilevatori GPS per studiarne meglio i movimenti in periodo di svernamento.