Convenzione di Berna
Dichiarazione congiunta del deputato Ue, componente dell’Intergruppo Biodiversità e Caccia, e del presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati Mirco Carloni. “La decisione della Convenzione di Berna, che ha respinto la richiesta della Confederazione Svizzera di far passare il lupo da specie ‘assolutamente protetta’ a ‘protetta’, chiude respinge l’apertura di una nuova fase nella coesistenza tra l’uomo e il lupo nelle aree rurali, a dispetto di come si è espresso negli ultimi giorni il Parlamento Europeo, che aveva affrontato in modo laico la problematica dei grandi carnivori. Il respingimento della declassificazione non aiuta i territori, anzi aumenta i rischi: si fa sempre più urgente la modifica dello stato di produzione del lupo in ambito Ue”. Lo dichiara il deputato europeo Lega Massimo Casanova, membro dell’intergruppo Biodiversità, Caccia e Ruralità. “Oggi vi è ancor più la necessità di governare la sostenibilità di ogni attività, quelle umane in primis, e di ogni forma di presenza, attesa la complessiva antropizzazione del continente europeo. I lupi sono in forte crescita, sia numerica che degli areali conquistati.
Allevamenti in pericolo
Le cucciolate sono passate da una media di due a quella attuale di circa cinque capi (con punte di sette), il che sta portando la consistenza della specie a livelli di conflittualità con altre situazioni. Gli allevamenti di ovini, caprini, talora anche di bovini, stanno subendo attacchi sempre più frequenti, che minano la sopravvivenza stessa di questa importante e storica attività. Gli animali di affezione hanno subito grandissimi danni dagli attacchi dei lupi, così come i cani dei cacciatori (nelle sole colline di Piacenza e Parma nel 2022 oltre 30 i cani sbranati). Appare evidente – evidenzia ancora il deputato europeo – che la scelta di far passare il lupo dalla categoria dei “super protetti” a quella dei “protetti” apre ora alla possibilità di organizzare censimenti transfrontalieri di assoluto livello scientifico e pertanto a possibili piani di controllo, così come ha già fatto la Svezia”.
Regolamentazione degli interventi
Dello stesso avviso Mirco Carloni, deputato Lega presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati. “È necessario che l’Italia si doti ora di un Piano di gestione al fine di procedere al controllo della specie e alla regolamentazione degli interventi. L’interlocuzione col MASE è già in fase di avvio. Auspichiamo che l’UE riconosca questa urgenza e dia semaforo verde alle necessarie autorizzazioni. Il rischio che si corre è che, davanti ad un immobilismo degli Stati, si generi un vero e proprio fai da te incontrollato che, è evidente, sarebbe dannoso ad ogni livello” conclude Carloni.