Nei mesi passati la Sabatti ci ha affidato, con nostra grandissima soddisfazione, il suo nuovo kipplauf SKL 20: potendo scegliere il calibro abbiamo evitato a priori tutte le soluzioni con bossolo scanalato considerando come l’orientamento tedesco con la doppia versione, scanalato e a collarino, fosse la scelta più opportuna. Tre le misure maggiormente diffuse con la 7x65R Brenneke a far da capofila, almeno qui da noi, grazie a una somma di prerogative che le consentono di affrontare senza complessi di inferiorità dal camoscio al cervo, con una radenza elevata e un potere di arresto anche alle lunghe distanze che non vanno dimenticati: proiettili tra i 6 e gli 11,5 g risolvono ogni situazione.
Le altre due opzioni storiche sono la 8x57R, più usata in cento Europa per la caccia in bosco oppure la 6,5x57R, un tempo in diretta concorrenza con la 7x65R e considerata specifica per il binomio capriolo e camoscio. Allora le cartucce della DWM con palla da 6 g assicuravano una radenza eccellente fino ai 300 m, distanza considerata al limite per una proficua soluzione con la capra delle nostre montagne.
Pochissimi allora i kipplauf, allestiti sulla meccanica tradizionale e quindi troppo costosi e troppo specifici per un’ampia diffusione, molto diffusi per contro sia i billing che i drilling, sempre di prezzo elevato, ma con un utilizzo ad ampio raggio su tutta la selvaggina cacciabile in montagna e non solo. In particolare il calibro 6,5x57R viene abbinato al billing, per sua natura piuttosto leggero e quindi da non legare a una cartuccia dal rinculo già ben marcato, oppure ai drilling con canne lisce in calibro 20.
I nuovi kipplauf
La rivisitazione della meccanica Jäger attuata un paio di decenni fa ha riproposto in chiave moderna questa soluzione, e moderna significa l’adozione di materiali più confacenti e sottoposti a lavorazioni di macchine a controllo numerico con ripetitività costante delle dimensioni e riduzione dei costi: per l’ideatore del nuovo corso un cospicuo guadagno mentre chi lo ha seguito nel prosieguo del tempo ha fatto leva proprio su un accessibile prezzo di acquisto favorendo la diffusione di questi fucili. La Sabatti è fra le aziende che hanno scelto una quotazione di vendita commisurata alla bontà del suo prodotto dove si osservano diverse soluzioni tecniche decisamente migliorative dell’impianto originale. Ne abbiamo parlato in altre occasioni e qui vogliamo trattare specificatamente la cartuccia che si è rivelata perfetta per il nuovo SKL 20 della Casa di Gardone.
Da RWS la 6,5x57R con palla DK da 9,1 g
La ricerca di cartucce originali non è stata semplice e abbiamo verificato, con dispiacere, come tale calibro sia oramai messo fuori listino da parte di tanti fabbricanti: non parliamo degli statunitensi a cui tali prodotti dicono poco (peggio per loro), ma anche degli europei. In buona sostanza abbiamo trovato soltanto due cariche, entrambe della benemerita RWS che pensa, con saggezza, ai tanti cacciatori ancora dotati dei fucili misti di cui poco sopra abbiamo trattato. Al momento ci soffermiamo sulla carica che ci ha concesso una bella soddisfazione con la cattura di un cinghiale, proprio con il kipplauf Sabatti.
La confezione di gradevole aspetto tiene conto dei costi e non sciala con materiale e grafica di prezzo elevato: apprezziamo in modo particolare anche perché già così la quotazione è notevole, ma va riconosciuta la qualità totale di tali cartucce con bossolo lavorato a perfezione in ottone di primaria levatura, ottimo poi per le ricariche, innesco costante, polvere che coniuga al meglio velocità e pressione, precisione appagante e balistica terminale di assoluta garanzia. La scatola giocata sulle tinte del marrone, a imitazione del legno, e del nero con i marchi aziendali bianchi, reca una finestra in carta trasparente che lascia intravedere le cartucce all’interno. Le vari diciture sono ripetute nei posti strategici per consentire la verifica senza dover rigirare fra le mani il contenitore.
All’interno due alveari in plastica nera da 10 colpi cadauno rivelano una totale protezione della palla e un’unghia di arresto sopra al fondello per cui, anche rovesciando tutto, le cartucce non fuoriescono. Occorre una certa attenzione per l’estrazione premendo il bossolo per far scavallare il blocco. Abbiamo scelto per la caccia la palla DK come Doppel Kern o doppio nucleo: non avevamo mai avuto occasione di sperimentarla, se non in poligono con un drilling in 7x65R dove aveva realizzato ottime rosate. Nel retro della scatola disegni e scritte chiariscono le prerogative del prodotto: la forma cilindro conica richiama un’altra palla di RWS, la KS come Kegel Spitze di cui parleremo presto in una prossima occasione, e la precisione intrinseca le accomuna.
Ben diversa la progressione balistica nel selvatico dovuta al primo nucleo a punta retrocessa e scoperta realizzato in metallo tenero (lega di Pb) a cui segue il secondo in lega assai più dura e dalla linea curva nella giunzione al primo. I due elementi sono trattenuti in una mantellatura di tombacco a spessore differenziato, chiusa in coda, che favorisce l’espansione a fungo e successivamente il rilascio di piccole parti dell’apice spinto dalla massa posteriore pressoché indeformabile. Si crea così un tramite di consistente diametro e di notevole profondità, grazie alla spinta mantenuta dalla massa pressoché intatta. A completare l’opera un cercine periferico mediano ha la funzione di tagliare pelo e pelle del selvatico compiendo una vera fustellatura e favorendo così il rilascio di tracce del pelo stesso e soprattutto ematiche per il lavoro del cane da traccia nel caso che la preda non sia stata fermata sul posto.
Una fortunata rilevazione
Un solo esempio non fa storia, ma può dirsi significativo delle reali possibilità di questo proiettile. Caccia al cinghiale da altana e selvatico che transita poco sotto in una proda più in basso del nostro sito, riguadagnando progressivamente quel metro e mezzo di quota mentre si allontana: il tiro a circa 40 metri nei pochi secondi in cui l’animale, fiutando qualcosa, si arresta. Assai ridotto l’angolo di incidenza nel tiro che colpisce la schiena nel terzo posteriore: pochi passi e tutto si conclude.
Senza scendere nei particolari diremo che la palla ha interessato gli organi interni dal rene, ai polmoni, al fegato con un tramite molto marcato terminando la corsa nella testa dell’animale dove non ci siamo affannati a cercarla. Insomma anche la teoria del proiettile che deve uscire dal soggetto ha le sue eccezioni: di sicuro la Doppel Kern da 9,1 g (140 gr) ha ottimi effetti come potere d’arresto e senza devastazioni della spoglia.