E’ il 1925, giusto novant’anni fa, e la Winchester presenta una sua nuova cartuccia destinata alla caccia grossa del continente nordamericano, con particolare indirizzo agli ungulati di media taglia e all’orso nero: la prima arma a camerarla è il Mod. 54 della Casa del Pony Express e il calibro di .277” o 6,9 mm è proprio una specialità di queste terre, con quel decimo di mm in meno dalla pienezza del 7 mm o .284” e con una particolare attitudine a spingere ad elevata velocità proiettili di gamma compresa fra i 100 e 150 gr. La novità suscita molto interesse e insieme pareri non sempre univoci, come accade quando il ventaglio di opzioni balistiche apre tante porte e non in tutte gli appassionati transitano con le dovute conoscenze per effettuare le scelte più opportune e affidabili. Sta di fatto che i dati messi in campo la posizionano per l’epoca ai vertici del settore e la dimostrazione della bontà intrinseca è data dalla sua adozione da parte di tutti i maggiori costruttori che pongono sul mercato carabine con azione girevole scorrevole, monocolpo a blocco, il Mod. 760 a pompa di Remington e il semiautomatico BAR della Browning. Con l’impiego si verificano le caratteristiche note, ricercate in sede di progettazione, insieme a quelle piccole scoperte degli appassionati, cultori della sperimentazione, a cui va il merito di associare con successo il calibro con la caccia ai nocivi: spiccano sul campo la radenza e la precisione intrinseca che, abbinate a palle leggere e di specifica struttura, si presentano quasi come un di più nei confronti delle aspettative. La dote non sfugge al tiratore medio statunitense uso, per sua forma mentale, a destreggiarsi anche in tale campo con il suo .30-06 Sprg che, come si dice, fa quel che può. Fatto sta che in tutti questi decenni la diffusione del .270 Win. è pressoché una costante, con quegli alti e bassi inevitabili dovuti principalmente all’inserimento di altre novità, ma proprio dove arrivano nuovi cacciatori, le prede non sono di taglia molto elevata e serve la radenza questa carica viene proposta con sicurezza dagli armieri che ne conoscono le prerogative. Non dimentichiamo che non sono trascorsi molti anni dalla diffusione dei telemetri a laser e la stima delle distanze a occhio sottende un calibro radente per minimizzare gli errori. Vediamo un poco da vicino il nostro panorama fuori dall’uscio o poco più in là: questa è la cartuccia che ha camerato ad esempio moltissime Mannlicher Schönauer come questa nelle immagini e parimenti molte Ruger N.1 sono state vendute così come tante altre marche hanno diffuso la cartuccia ai quattro angoli del globo.
Proiettili: peso e struttura
Nei caricamenti originali la gamma abituale dei proiettili era formata dai 100 e dai 130 gr, e la Winchester aveva ottime tipologie come, ad esempio, le Silver Point: nelle nostre zone alcuni privilegiavano i 100 gr per maggior radenza così da impegnare senza problemi il camoscio anche ai 300 m, ma non mancavano i fautori del peso superiore. Apparve su richiesta dei cacciatori di cervi nordamericani anche la 150 gr, adottata qui da noi non appena si estende la caccia al magnifico selvatico che ha trovato ampi spazi nei boschi di montagna. Sempre nel continente nordamericano si arriva a montare proiettili da 160 gr per l’alce e per gli orsi di taglia maggiore: se si possiede una sola carabina è senz’altro una soluzione, ma se appena ci si può permettere una spesa vediamo meglio per un sostanzioso maschio di cervo, a maggior ragione per le altre due specie, qualcosa di più gagliardo come un 7 Rem. Mag. un .300 ad alta intensità o il superbo 8x68S.
Nei caricamenti odierni si spazia su un’ampia gamma con cartucce e vale la pena sondare a fondo il campo per raccogliere quella più utile alle nostre necessità. Sulla canna corta della Mannlicher eravamo partiti nel 1964 con le 100 gr, poi con le 130 gr pagando qualche pegno per la minor radenza delle seconde. Passati al 7 Rem. Mag. avevamo messo in rastrelliera la bell’arma e il suo calibro fin che questo è tornato all’attenzione con una Ruger N.1 dotata di canna da 66 cm. Il suggerimento dell’amico Massimo D’Angelo della Nuova Armeria del Centro di Alessandria ci ha instradato sulle Norma dotate di palla V-Max da 110 gr della Hornady: nonostante la struttura leggera, molto adatta al varmint, la resa su capriolo e camoscio è stata davvero entusiasmante e le prove in poligono altrettanto appaganti. La precisione intrinseca è molto spinta, il rinculo basso, la costanza adeguata in contrasto con la nomea della cartuccia che vuole nella volée di 5 colpi uno sempre per i fatti suoi. Le prestazioni indicate dalla Casa indicano i valori qui riportati:
V/0 980 m/sec – V/100 891 – V/200 807 – V/300 729
E/0 3411 J – E/100 2818 – E/200 2314 – E/300 1885
Si aggiunge poi una tabella con le indicazioni di traiettoria, espresse in +/- mm, relative alla taratura a 150 m che, a nostro modesto parere, penalizza alquanto la radenza, dote primaria di tale caricamento:
50 m +2 – 80 m +14 – 100 m +16 – 150 m X – 200 m -51 – 300 m -269
Con la taratura a 200 m effettuata alla quota di circa 300 m slm ci si ritrova a sparare a 300 m, quota fra 1800 e 2200 m slm con un angolo di sito intorno ai 20°, ponendo la croce nel terzo superiore del fianco del camoscio, certi che se appoggio e scatto sono corretti, il colpo andrà a segno. Nonostante la struttura leggera della palla i danni sono sempre molto limitati se non si incontrano ossa robuste come l’articolazione della spalla.
In definitiva l’impiego del .270 Win. in questo specifico caricamento pone qualche limite nelle distanze di ingaggio e nei selvatici insidiati: il primo scoglio è superabile oggi con telemetri e cannocchiali dotati di torrette balistiche se si spara a un animale di peso medio. L’abbinamento con carabine leggere, magari dotate di freno di bocca per i più sensibili, è perfettamente in linea con gli odierni desideri della gran parte dei cacciatori.
Per una e fermezza il mio calibro 270 winch tutti gli ungulati cadono colpiti al collo 200 metri con stima e compatto di questa cartuccia e non lasciano traccia un cartuccia che non o provato a distanze eccessive contando la apertura tra una parete chiusa e pia ampia per correnti con alta variazione di altitudine e anche con variazioni climatiche finora con pioggia e -8 si e comportata bene ed usero sempre queste per la mia cabina