Nata ufficialmente nel 1940 con gli studi del tecnico Otto Schuler la cartuccia 8x68S viene allestita con lo scopo precipuo della caccia al cervo nelle foreste tedesche, nelle pianure danubiane, nei boschi e nei monti dei Carpazi dove esemplari intorno ai trecento kg di peso e dai trofei imponenti illustrano la valentia del cacciatore, delle sue armi e del territorio. Già erano in uso altri 8 mm, la misura ritenuta specifica per il re della foresta, come l’8×57 e l’8×60 di Mauser, insieme al gagliardo 8×64 di Brenneke, tutti proposti in versione normale o S che indica la palla da 8,2 mm anziché quella più vecchia da 8,02 mm. La nuova realizzazione è nata e rimasta solo in versione S, come puntualmente indica il suffisso apposto alle canoniche misure di palla e bossolo. Presto detti i fini del progetto: una cartuccia in grado di spingere proiettili medio pesanti, indicativamente da 11,5 a 14,5 g, a velocità inusuali per l’epoca, quindi in grado di assicurare una elevata tensione di traiettoria e una cospicua riserva di energia anche a distanze considerevoli, all’epoca quantificabili nei 300 m, senza trascurare la debita precisione. Non va dimenticato come nel periodo la Germania fosse ai vertici nella scienza e nella tecnica, ivi comprese le poveri da sparo, quindi l’idea di accelerare una palla da 12,7 g, la misura più caratteristica, poco sotto i 1.000 m/sec si era tramutata in realtà. Se osserviamo il bossolo noteremo alcune differenze dalle ultime realizzazioni attuali e una riconferma: quest’ultima è rappresentata dal corpo liscio, senza cintura, a cui i tedeschi sono sempre stati affezionati, con la sola eccezione del 7×73 Vom Hofe, perché garante di una posizione più precisa grazie allo spazio ben più corto fra la battuta effettuata dalla spalla e la posizione del proiettile rispetto a quello dato dalla battuta sulla cintura.
Tutte le cartucce odierne, e in particolare quelle da tiro a media o lunga distanza anche statunitensi, sono così strutturate, e si vedano in proposito la .338 Lapua Mag., la 6 XC, la 6 PPC, la 6,5 Creedmor, la 6,5 Grendel insieme alla serie dei magnum corti di Winchester e Remington. Le differenze risiedono nel rapporto fra lunghezza e diametro del corpo, si accorcia e si allarga, e nell’angolatura della spalla decisamente più marcata sfruttando meglio polveri anche un poco più vivaci. L’affidarsi a pressioni elevate rimane una costante perché già la cartuccia di Schuler bazzica intorno alle 4400 atm: il corpo appena rastremato risponde all’esigenza di una maggior volumetria nella lunghezza e, insieme alla pendenza della spalla, a stemperare un poco, ma proprio poco, il rinculo secco e deciso che deriva da una carica ad esempio di 78,0 gr di MRP con una palla Nosler Partition da 200 gr, innesco Federal 215 M. che, in una canna da 70 cm, esce a 935 m/sec con 577 kgm, oppure da una meno aggressiva, sempre con bossolo RWS, 73,7 gr di N/160 con innesco RPM, palla Hornady SP da 195 gr, OAL 86,7 mm, V/0 in canna da 65 cm pari a 900 m/sec con 522 kgm di E/0 (senza ns responsabilità né garanzia). Sparando con fucili di qualche decennio addietro come un eccellente prodotto degli indimenticati Casartelli o un classico Mauser Europa 66, senza freno di bocca ovviamente, gli esiti sono assicurati sia sulla preda che sul cacciatore a cui la spalla darà qualche dolorino per un po’ di giorni. La soddisfazione sarà comunque tanta nel padroneggiare una simile cartuccia che, anche in poligono, manifesterà una costanza e una precisione ragguardevoli.
Sul terreno è più che mai doveroso scegliere una palla adeguata al selvatico: per animali leggeri va bene un po’ tutto purché la palla non sia troppo fragile danneggiando molto la spoglia, ma per il cervo, specie maschio, una palla come quella citata poco sopra, la sempre eccellente TUG della Brenneke, le nuove realizzazioni di RWS come la palla EVO garantiscono lo shock idrodinamico, la corretta penetrazione e la dovuta cessione di energia per un arresto immediato del superbo selvatico. L’impiego in Africa ha sempre garantito belle soddisfazioni specie con la palla da 14,5 g, la famosa Torpedo Stopring, con cui, da conveniente distanza, si atterra il bufalo con un preciso colpo al collo sulla spina dorsale, oppure la KS da 225 gr; sulle grosse antilopi poi si procede senza difficoltà di sorta. Una cartuccia di medio calibro che merita davvero l’appello di regina delle realizzazioni europee.