COMPONENTI DELLA CARTUCCIA PER CANNA RIGATA
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proietttile
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bossolo
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polvere da sparo
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fondello
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capsula
Il bossolo è strutturato come un tubo, generalmente di ottone, che ha il compito di accogliete tutti i componenti garantendo chiusura ermetica che sia anche di impedimento al penetrare dell’umidità.
Alla base del bossolo l’ottone è lavorato per creare una scanalatura circolare, che ha lo scopo di permettere al bossolo di essere agganciato dai meccanismi di caricamento e di estrazione delle armi da fuoco. Questa sezione viene definita fondello.
Al centro del fondello si trova la capsula che svolge la funzione una volta colpita dal percussore dell’arma di sprigionare una fiammata che da fuoco alla polvere da sparo.
La polvere da sparo riempie l’intero cilindro costituente il bossolo e può arrivare sino al contatto con il proiettile.
Il proiettile è un elemento di forma ogivale costituito per la sua completezza da piombo.
La chiusura dei pallini può essere realizzata attraverso una piegatura del bossolo o ponendovi un cartoncino impermeabile.
I pallini da caccia, di diverse dimensioni, sono di piombo puro o frammisto a nichel (piombo nichelato); questi ultimi appaiono più resistenti alle deformazioni e sono più efficaci nel loro moto.
La cartuccia per i fucili da caccia a canna rigata (altrimenti detti “carabine“), non si differenzia nel concetto costruttivo da quelle utilizzate nel XX secolo nelle armi lunghe ad uso militare (fucili, armi automatiche d’assalto, mitragliatrici). C’è però un concetto di fondo che caratterizza una sostanziale differenza:
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per le munizioni militari da sempre sussiste il criterio che il colpo che raggiunge l’avversario non ha lo scopo di devastare (tranne proiettili per usi speciali) il corpo ma semplicemente mettere fuori combattimento l’avversario. Per perseguire questo obiettivo il proiettile in piombo è ricoperto da una camiciatura molto più dura che evita al piombo di deformarsi all’impatto con il corpo e quindi distruggere.
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per le munizioni ad uso caccia il concetto è diverso. Il piombo dolce deve devastare scaricare la massimo la propria energia per far si che il selvatico muoia quasi all’istante riducendo di fatto al minimo la sofferenza. Il proiettile perciò tende a molto deformasi all’impatto con il corpo.
Relativamente ai calibri, vari sono sistemi di identificazione in uso nei vari paesi:
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il sistema europeo identifica un calibro con due parametri: diametro ed altezza del bossolo espressi in millimetri oltre ad eventuale lettera che identifichi il tipo di fondello. Così per esempio il calibro 7 x 57 presenta munizioni con bossolo alto 57 mme di diametro 7 mm.
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il sistema anglosassone differisce dal precedente poiché il calibro è identificato dalla unità di misura del pollice (1 pollice corrisponde a 24,5 mm). La denominazione è data mettendo un punto ed eliminando lo zero. Cosi per esempio un calibro che è 0,223 pollici è denominato .223; a volte al calibro espresso in numeri troviamo il nome di fabbricante o dell’inventore (in commerco troviamo munizioni del tipo .223 Remingot o .308 Winchester).
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per i calibri più datati nel tempo era abitudine identificarne il tipo con due numeri separati da trattino: il primo si riferiva al diametro del proiettile (in centesimi di pollice) in secondo al peso in di polvere nera espresso in grani. Per cui per esempio il calibro .45-70 ha un diametro del bossolo di 0,45 pollici e un contenuto di 70 grani di polvere nera.
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Esistono comunque delle eccezione ne citiamo una in particolare perché parliamo della munizione principe per il cinghiale la 30-06. Il 30 misura il diametro in centesimi di pollice, lo 06 corrisponde all’anno in cui l’esercito americano lo ebbe in dotazione (1906).
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