Il modello 85 della Sako deriva dalla storica versione 75, la quale ha segnato un’epoca in questo segmento delle armi da caccia. La carabina Sako 85 presenta molte novità rispetto alla versione precedente, anche se da quest’ultima ha ripreso le migliori caratteristiche
La carabina Sako 85 ha fatto la sua comparsa nelle armerie italiane nel 2006. La sua commercializzazione ha rappresentato una svolta senza precedenti e indubbiamente impegnativa, poiché questa carabina è stata progettata per assolvere il compito di rimpiazzare la classica e consolidata Sako 75.
La carabina Sako 85 conserva, comunque, tutte le sue peculiari caratteristiche: cinque tipologie di azione, un’ampia scelta di calibri che vanno dal .204 Ruger al .375 H&H, anche se quelli disponibili per ora in Italia sono inferiori di numero, tanti allestimenti ed un otturatore a tre tenoni.
Qualcosa di nuovo c’è, ossia proprio l’otturatore, il vero fulcro del sistema e grande punto di forza già nella versione 75. Nello specifico i tenoni di chiusura sono sempre tre, frontali e collocati a 120 gradi, ma la modifica apportata riguarda la superficie di contrasto la quale è stata aumentata al fine di incrementare ulteriormente la solidità.
Oltre a ciò, il profilo esterno dei tenoni è stato completamente ridisegnato, ottenendo cinque guide distinte le quali, scorrendo su apposite guide nell’azione, procurano una insuperabile fluidità e sicurezza di funzionamento. Con il proposito di aumentare sia l’assialità che la scorrevolezza dell’otturatore durante il movimento di apertura e chiusura, è stata ingrossata la superficie del ponte posteriore della culatta, la quale va a prolungarsi all’indietro fino alla codetta, quest’ultima a sua volta ridisegnata e resa esteticamente più lineare.
Da tali modifiche, ne deriva che l’area di innesto del manubrio sul corpo otturatore risulti più semplice, conservando comunque il suo originario grado di robustezza. L’estrattore è sempre del tipo a gancio elastico, con l’espulsore a bilanciere che agisce a ore 6, anche se rispetto all’otturatore della versione 75 è stata ridisegnata la parte inferiore della sua faccia, livellandola completamente. Questi accorgimenti hanno determinato che nel momento in cui l’otturatore preleva una cartuccia dal serbatoio per introdurla in camera, non sia più l’anello a spingere il fondello della cartuccia, evitando nessun contatto tra il rim e l’estrattore finché il bossolo non è in camera di scoppio.
Con la Sako 85 nel momento in cui la cartuccia inizia ad essere sfilata dal serbatoio, il fondello viene immediatamente agganciato dall’estrattore, non abbandonandolo fino all’espulsione dopo lo sparo. Con la versione 85, c’é la possibilità di chiudere l’otturatore con facilità sul colpo camerato manualmente, ottenendo i vantaggi di un otturatore tipo Mauser ed i vantaggi di un otturatore tipo Remington.
L’azione del modello 85 conserva il tipico look squadrato della 75, e presenta ancora sulla sommità le due slitte a coda di rondine per l’installazione degli attacchi di ottiche di precisione. La differenza sostanziale tra le due versione risiede nella zona corrispondente alla base della camera di scoppio della 75, dove è presente uno scasso a spigoli vivi, il quale va a contrastare una generosa piastrina recoil lug annegata nel calcio. Nella Sako 85, lo scasso esiste ancora, ma manca il recoil lug convenzionale, quest’ultimo sostituito da una piastrina piatta con un foro rettangolare entro il quale si immette un perno quadro ricavato intorno alla sede della vite anteriore. La piastrina è dotata di un recoil lug inferiore che si infila nel legno, ed è fissata con due viti.
Tale soluzione ha consentito di spostare in avanti la tavola del recoil lug, aumentando di conseguenza la quantità di legno compresa tra quest’ultima e il bocchettone del caricatore.
In prossimità della vite posteriore dell’azione, una piastrina metallica accostata sull’estremità dell’incassatura blocca un contatto diretto tra l’azione ed il legno. E’ una soluzione che assolve il suo compito piuttosto bene. L’azione è fissata alla calciatura attraverso le solite due viti, che non sono più a taglio normale, bensì Torx, molto più semplici a serrarsi e più difficili da rovinare.
La canna è lunga 570 mm ed è realizzata attraverso la rotomartellatura a freddo, mentre la rigatura a quattro principi ha un passo di un giro in 11 pollici, pari a 280 mm. Unico neo è l’effetto miraggio, il quale diventa intollerabile dopo il decimo colpo sparato di seguito.
Quest’ultima risulta piuttosto sottile, poiché il volata finisce con un diametro di 15,9 mm, a vantaggio del contenimento complessivo del peso. Non è presente alcun punto di contatto con la calciatura, quindi all’atto dello sparo è libera di vibrare senza interferenze. Il serbatoio è amovibile, bifilare a presentazione alternata, fissato da una leva a bilanciere anteriore. A differenza della 75, lo sgancio è stato migliorato , poiché non basta più premere il ritegno per sganciare il serbatoio, ma occorre spingere verso l’alto il fondello e poi azionare il bilanciere. All’apparenza sembra un sistema farraginoso, ma in realtà è semplice ed ergonomico, in grado di offrire l’assoluta garanzia di evitare sganci accidentali in caso di caduta dell’ arma. Il caricatore è in acciaio inox, con elevatore in lega leggera e il corpo in polimero, con una capacità è di 5 colpi. L’ampia finestra di espulsione, la cui lunghezza è di 74,1 mm, consente di alimentare direttamente dall’alto le munizioni, simile ad un serbatoio fisso tipo Mauser. La lunghezza dello scatolato del caricatore è di 75,3 mm e risulta affidabile anche con ricariche un po’ fuori misura. Lo scatto è in un solo tempo, pulito, con peso di sgancio regolabile tra un massimo di 2.000 e un minimo di 1.000 grammi. Muovendo in avanti la leva di scatto, si va ad innescarsi lo stecher il quale consente di abbassare ulteriormente il peso di sgancio fino a poche decine di grammi. La sicura è composta da un cursore posto sul lato destro dell’azione, in parallelo alla codetta dell’otturatore, ed ha due posizioni: in avanti permette lo sparo, all’indietro blocca scatto e otturatore.
Per scaricare la camera di scoppio in estrema sicurezza, davanti al cursore della sicura è posizionato un pulsantino il quale sblocca l’otturatore consentendone l’apertura. L’inserimento della sicura risulta netto e silenzioso, così come il disinserimento.
La calciatura è realizzata con noce con finitura a olio non riflettente e presenta una pala dritta, in stile americano, con appoggiaguancia proporzionato che permette l’ottimale collimazione con l’ ottica. Anche l’astina è dritta, a becco d’anatra, ben dimensionata anche per il tiro in appoggio.
Nella versione 85, i tecnici della Sako hanno pensato a nuove le zigrinature sull’impugnatura a pistola ed ai lati dell’asta.
In conclusione, si può affermare con certezza che la Sako ha preso le migliori caratteristiche della carabina 75 per riversarle nella versione 85, la quale è stata resa di conseguenza ancora migliore ed affidabile.
Di seguito riportiamo le caratteristiche tecniche della carabina Sako 85.
Modello: 85 Hunter
Tipo: carabina a ripetizione
Calibro: .308 Winchester (anche .22-250, .243 Winchester, 7-08 Remington, .25-06, 6,5×55, .270 Winchester, 7×64, .30-06, 9,3×62)
Funzionamento: otturatore girevole scorrevole con chiusura a tre alette frontali
Alimentazione: caricatore amovibile bifilare con sicura sullo sgancio
Numero colpi: 5
Canna: lunga 570 mm, rigatura a quattro principi con passo di un giro in 11 pollici (280 mm)
Lunghezza totale: 1.075 mm
Sicura: manuale a due posizioni, con pulsante separato per lo sblocco e l’ apertura dell’otturatore a sicura inserita
Mire: assenti, predisposizione per attacchi
Sako per l’installazione di ottiche di puntamento Scatto: regolabile tra 1.000 e 2.000 grammi, con stecher alla francese
Peso: 3.200 grammi circa; 4.180 grammi con ottica Burris Black diamond 6-24×50 e attacchi Sako
Materiali: acciaio al carbonio, corpo serbatoio inox, calciatura in noce
Finiture: brunitura nera opaca, corpo otturatore cromato, calciatura finita a olio