Da alcuni giorni abbiamo in prova una nuova carabina importata dalla Paganini di Torino: il lungo rapporto dell’azienda torinese con fabbricanti di armi della Turchia si è finora dipanato con successo nell’abito delle canne lisce, ma le situazioni di mercato sono mature per un’esperienza diversa e di una nuova provenienza. La Istanbul Silah propone una canna rigata con valide credenziali e l’attento distributore torinese ne assume la paternità distributiva per l’Italia. Al momento è disponibile un solo modello, Monza il nome che richiama ben altro dalle armi almeno per noi, ma che incuriosisce osservando la scheda tecnica: tre versioni nel colore della calciatura sintetica Desert – Khaki – Black e due versioni con differenze nella lunghezza della canna montata flottante, 56 o 61cm rispettivamente con sezione in volata pari a 17,1 o 19,1 mm e nel passo di rigatura di 1:10” o 1:12” tutte offerte, similmente alla vecchia pubblicità della Ford “T”, in qualunque calibro purché sia il .308 Win.
Dopo lunghe elucubrazioni, pensieri e discussioni interiori abbiamo optato proprio per tale cameratura che, se da un lato non ci entusiasma essendo troppo ovvia, dall’altro ci conforta per la sua balistica usualmente detentrice di una notevole precisione intrinseca e per la dovizia di munizioni originali facilmente reperibili: siamo immediatamente passati a una prima prova con cariche venatorie e palla SP da 180 gr. Il passo di rigatura pari a 1:12” dovrebbe padroneggiare i proiettili di peso medio partendo dai 150 gr per salire al livello della nostra prima esperienza. Effettueremo certo nella prossima prova in poligono un sondaggio su diverse graniture per verificare le potenzialità dell’arma.
Castello e otturatore
Sollevando la Monza, con la canna varmint da 61 cm il peso è intorno ai 3,6 kg, si apprezza la bilanciatura grazie alle masse poste fra le mani da cui deriva una notevole agilità nei movimenti. Nel modello con canna da 56 cm si scende a circa 3,3 kg. L’azione viene realizzata in acciaio, soluzione obbligata per l’impianto di chiusura tradizionale che ora osserveremo.
Il castello presenta l’anello anteriore con le due mortise in cui alloggiano le alette di chiusura, e un’appendice inferiore cilindrica, filettata internamente, che funge da scarico delle forze e da fissaggio fra meccanica e calciatura mentre il secondo ancoraggio è posto dietro alla guardia. Anche il ponte è chiuso con il profilo esterno che funge da contrasto al braccetto dell’otturatore per attuare l’estrazione primaria: notevoli le sezioni in gioco garanti di una notevole rigidità finalizzata alla precisione.
L’otturatore cilindrico presenta le due alette frontali contrapposte, ricavate a cresce dalla sezione maestra, e quindi nei fianchi del castello vengono praticate le due guide per tali appendici. La faccia molto incassata per un buon supporto del fondello è attraversata dal foro del percussore ospitando a fianco il nottolino elastico dell’espulsore; l’estrattore a unghia viene incastrato nella superficie esterna del cilindro, simile all’impianto del nostro Modello 91, con una decisa funzionalità.
Per il manubrio a un nostro esame visivo possiamo dire che ci si è concessi il lusso di ricavare dal pieno il piolo di base cui è giuntato a incastro il braccetto con la comoda nocca sferica; all’interno scorre il lungo percussore con la molla cinetica coassiale: il codolo sporge dal tappo di culatta quale avviso di meccanica armata e il complesso è smontabile senza attrezzi seguendo le freccette e i simboli riportati sul cilindro principale; lo svincolo per l’estrazione dal castello è demandata alla tradizionale levetta a bilanciere posta sul fianco sinistro.
Nella parte inferiore del castello si trova la sede per il caricatore estraibile con pulsante esterno di sgancio: le 4 cartucce contenute più quella in canna portano a 5 la disponibilità di fuoco del fucile. Inoltre viene fornito con l’arma un secondo caricatore di scorta. Sopra al castello è fissata una lunga slitta tipo Picatinny per il montaggio di varie soluzioni ottiche e integrata con essa si trova la tacca di mira che, unitamente al mirino in fibra ottica rossa, consente il tiro in assenza di ausili ottici; togliendola si scoprono sei fori per ulteriori impianti da unire direttamente al castello.
Canna, calciatura e scatto
Delle due misure di canna abbiamo già accennato con lunghezze di 56 o 61 cm, 28,6 mm la sezione in culatta che si rastrema a 17,1 o 19,1 mm con passo di rigatura a quattro principi destrorsi di 10:1” o 12:1”. In volata si trova il tappo a vite che copre la filettatura predisposta ad accogliere un freno di bocca o un soppressore di suono, secondo le regole del territorio di impiego. La canna viene avvitata entro l’anello per una giunzione stabile e sicura. La calciatura riporta nelle varie zone di presa dei corrugamenti per una ferma impugnatura mentre sono predisposti i fori per l’aggancio delle magliette porta cinghia. Anche all’apice dell’asta sottocanna è ricavata una slitta così da poter montare, dove necessita e si può, un sistema di illuminazione.
Un elemento assai favorevole è l’appoggia guancia mobile mosso da un galletto a vite incastrato nel calcio: si determina così in pochi secondi la postura ottimale del viso e quindi dell’occhio in rapporto all’ottica. Da ultimo osserviamo il calciolo in gomma morbida, utile per appoggiare a terra l’arma visto che il particolare è lavabile, poi soprattutto per stemperare il già basso rinculo della cartuccia favorendo la concentrazione nel tiro per i soggetti più sensibili. Il fucile viene consegnato con un robusto fodero in stoffa grigia completato dalle diciture aziendali e del modello, dotato di tasca laterale e delle due maniglie centrali: comoda la coppia di spallacci regolabili per un agevole trasporto anche per distanze non brevi.
Lo scatto vede il grilletto singolo protetto dalla guardia ricavata di stampaggio nel complesso della calciatura: è del tipo diretto, ma con una breve precorsa per giungere al punto nitido e prevedibile in cui si attua lo sgancio, qui tarato a 1925 g (media fra 1888 – 1932 – 1954 g). Sul fianco destro del castello, davanti al manubrio, è posta la levetta della sicura a due posizioni: attivata blocca scatto e apertura.
Considerando il prezzo d vendita proposto pari a 719,00 € fin qui le conclusioni non possono che risultare positive e attendiamo una riconferma dopo la seduta in poligono dove proveremo diversi tipi di cartucce. Nel frattempo già abbiamo sperimentato la Monza alla Tenuta Bonicelli di Ceresole d’Alba. A breve il resoconto della cacciata..