In questi giorni si è deciso di fermare la caccia ai caprioli femmina proprio per tutelare la specie, dopo aver riconosciuto i problemi che influiscono sulla popolazione degli ungulati. Secondo lo stesso ente parco, si stanno diffondendo diverse patologie che interessano l’apparato digerente degli animali, costretti a convivere negli stessi spazi con quelli domestici.
In parole povere, i prati stanno diminuendo a vista d’occhio, di conseguenza i caprioli sono costretti a recarsi in pianura e ad abbandonare la montagna. Nelle aree contigue a cui si sta pensando i cacciatori potrebbero sparare a un numero limitato di capi deciso a priori, concordando con i comuni e l’ente le modalità e i tempi. C’è la consapevolezza che non sarà una proposta semplice da mettere in prativa, ma sembra essere l’unica per garantire lo sviluppo del territorio.