Non si tratta di una razza e per questo è tanto difficile definire e individuare il cane da fucile. A rendere tale il l’amico a quattro zampe è il bagaglio d’esperienza, l’istinto, l’addestramento e il feeling reciproco che lo lega al cacciatore.
Quando si parla, in gergo venatorio, di cani da fucile non ci si riferisce esplicitamente ad una razza. Cane da fucile potrà essere un amico a quattro zampe appartenente alla razza da ferma, da tana, da traccia, da riporto o addirittura da seguita. Non è la razza o una selezione lunga secoli a fare del cane un ottimo ausiliario da fucile, quanto piuttosto la sua intelligenza, le sue capacità, i suoi connotati, il suo istinto e il possesso di alcune caratteristiche che ben lo adattano al tipo di caccia svolta dal proprio padrone.
Un campo minato insomma, ricco di variabili e di opportunità; ecco perché dare del cane da fucile una definizione, è cosa quanto mai difficoltosa. In linea generale è possibile ammettere comunque che il cane da fucile è quello che più di altri riesce ad adeguarsi alle situazioni di caccia che l’ambiente circostante, il cacciatore e il selvatico impongono, e soprattutto quello che con le proprie mosse riesce a garantire ottimali condizioni di tiro al cacciatore.
Perché tutte queste condizioni vengano rispettate il cane dovrà conoscere bene le caratteristiche e le abitudini del selvatico cui si da la caccia, adeguandosi perfettamente alla velocità e modalità nella quale il cacciatore si muove sul terreno.
Dire a priori, quando un cane è ancora cucciolo, se sarà o meno un buon cane da fucile è praticamente impossibile dato che la qualità dipende soprattutto da doti innate, istintive, ma anche dalla capacità d’addestramento del cacciatore.
Sarebbe dunque scorretto dire che cane da fucile si nasca, è certamente meglio ammettere che cane da fucile si diventi, e non solamente con un buon addestramento, ma soprattutto con un buon carico d’esperienza alle spalle. Fondamentale è inoltre che l’animale abbia instaurato un ottimo feeling con il cacciatore: conoscendone le abitudini, la velocità, la tecnica potrà prevederne le future azioni avvantaggiandolo nel tiro. Mai quanto in questo caso, la caccia è da intendersi lavoro d’equipe.
E’ dunque semplice comprendere perché l’istinto da solo non basti e debba essere supportato da un buon addestramento e da un forte legame con il cacciatore e amico. Essere dotati di un ottimo olfatto, ad esempio, non è sempre requisito che aiuta ad essere buon cane da fucile. Il segugio fiutata la traccia potrebbe infatti iniziare il suo avvicinamento più o meno rapido a seconda della razza, causando la fuga del selvatico in infinite direzioni imprevedibili. Meglio il cane che individuata la selvaggina procede con un ben calcolato aggiramento, costringendo infine la preda a muoversi in direzione del cacciatore e della zona di tiro.
Al fortunato cacciatore in possesso di un buon cane da fucile non resterà che intuirne le mosse e prepararsi alla cattura del selvatico.