Pratica sul campo
Sabato 11 e domenica 12 gennaio si sono svolte le due giornate di studio e di pratica sul campo che hanno permesso a un nuovo gruppo di conduttori di abilitarsi in questa specialità cinofila. Organizzato dalla sezione grossetana della FIdC-UCT e ospitato nella splendida cornice della Tenuta della Selva (Monteroni d’Arbia), le lezioni sono state tenute dall’esperta cinofila e giudice Enci Serena Donnini, alla quale va il nostro più sincero ringraziamento. A lei abbiamo chiesto di raccontarci questa esperienza e di riassumere gli elementi principali di questa disciplina. “Il recupero degli ungulati feriti rappresenta un servizio fondamentale al servizio della collettività, per tutte le implicazioni etiche e sanitarie che vi sono connesse – ci dice Serena – e la promozione e divulgazione di questa disciplina, pertanto, è promozione della corretta gestione faunistico venatoria e, allo stesso tempo, dell’etica dell’azione di caccia stessa”.
Le esigenze del territorio
E aggiunge: “La figura del recuperatore è una figura particolare. Il suo lavoro si svolge dopo il tiro, spesso in solitudine, con il proprio ausiliare, in ricerche che possono essere estremamente impegnative dal punto di vista sia tecnico sia fisico. Per questo motivo il numero dei binomi [cane e conduttore, n.d.r.] sul territorio è sempre contenuto, proprio per il livello di abnegazione, dedizione e preparazione che richiede questa disciplina. Tuttavia – prosegue – la formazione di nuovi binomi rappresenta linfa vitale per il mantenimento di un servizio di recupero che riesca a soddisfare le esigenze del territorio. Annoveriani, bavaresi e bassotti sono state le razze presenti in questo corso che si è appena concluso e che ha gettato le basi per la formazione e la crescita di nuovi binomi sul territorio toscano. Durante queste due giornate – conclude Serena – sono state affrontate tutte le tematiche che riguardano la preparazione di base del conduttore, a cominciare dalle nozioni principali sull’addestramento del cane fino alle reazioni al colpo e alle strategie di intervento”.
Il recupero degli animali feriti
Si ritiene molto soddisfatto della riuscita dell’iniziativa anche il Presidente provinciale di FIdC-UCT Grosseto Gaetano Zambrini: “Saper formare e condurre un cane da traccia è certamente una competenza centrale per il mondo venatorio, chiamato sempre più spesso ad esercitare anche una funzione di gestione – ci dice Zambrini – Il recupero di un animale ferito, ad esempio, è un’operazione indispensabile sia eticamente sia dal punto di vista sanitario”. Ma la valutazione positiva dell’interesse per questa disciplina va al di là del suo contributo squisitamente tecnico: “Il mondo venatorio ha l’urgenza di rinnovarsi – prosegue il presidente – non solo anagraficamente ma anche culturalmente e la cinofilia, in tutte le sue forme, è una chiave fondamentale di questo processo. Promuovere attività che diano centralità al cane è un modo eloquente per trasmettere i valori più profondi della caccia: quelli che ci serviranno per far vivere, anche nei giovani di domani, la nostra passione”. Come FIdC-UCT Toscana non possiamo che condividere queste parole e apprezzare l’iniziativa della sezione di Grosseto. Un ringraziamento particolare va ancora a Serena Donnini, all’Enci e alla Tenuta della Selva. (Federcaccia Toscana-UCT)