Con il caldo e la bella stagione le passeggiate con il nostro amico a quattro zampe sono immancabili. Gli spazi verdi, in prossimità di fiumi o zone umide, anche se ideali per il refrigerio, nascondono molte insidie per il nostro cane. Oltre alla presenza di insetti, pulci e zecche, nelle zone umide si può incorrere nei pappataci. Il flebotomo noto come “mosca della sabbia”, il cui aspetto è simile a quello di una zanzara o di un moscerino è molto pericoloso per il nostro compagno di caccia.
I pappataci sono presenti sulle rive dei fiumi da maggio ad ottobre, solitamente appaiono durante il tramonto. Inizialmente erano diffusi nelle zone tropicali, sub tropicali e nel bacino del Mediterraneo. Con il cambio climatico e l’aumento della temperatura, questi si sono diffusi anche in aree dal clima temperato e nelle zone del Nord Italia. Gli insetti trasmettono al cane, attraverso la puntura, un microorganismo chiamato Leishmania Infantum che è il responsabile della malattia. Potrebbe colpire anche l’uomo, ma non attraverso il contagio diretto. La trasmissione non avviene con la vicinanza uomo-cane e cane-cane. E’ solo l’insetto a fare da incubatore e a trasmettere la malattia con la puntura.
I sintomi della leishmaniosi non sono immediati, appaiono dopo alcune settimane, in alcuni casi anche mesi dopo la puntura del pappatacio. Non sempre ne consegue la malattia. Molti cani anche se infettati rimangono per tutta la vita senza sintomi e manifestazioni cliniche. Tutto dipende dalla reazione dell’animale al microorganismo. I segugi in cui la puntura dell’insetto diventa sintomatica. La manifestazione della sindrome può manifestarsi singolarmente o contemporaneamente e avere conseguenze di varia natura sia di tipo cutaneo che viscerale.
La leishmaniosi cutanea comporta dermatite secca esfoliativa. Può degenerare e trasformarsi in alopecia. In questo caso colpisce la zona intorno agli occhi, le zampe e il dorso. In alcuni casi si possono manifestare ulcere, con rari casi di sanguinamento, nella zona degli occhi, delle orecchie e del naso. Le conseguenze più gravi delle piaghe sono l’ingrossamento dei linfonodi. Oltre alla zona cutanea la leishmaniosi può manifestarsi nella zone delle unghie. In questi casi crescono rapidamente e si inspessiscono in modo esponenziale, causando la onicogrifosi. Anche le ossa possono subire le conseguenze della puntura dei pappataci. In questo caso possono causare dolori articolari e nei casi peggiori la zoppia.
La leishmaniosi viscerale colpisce gli organi interni, quindi le conseguenze per il nostro amico a quattro zampe sono più pericolose. Il cane può essere colpito ai reni con conseguente insufficienza, ma può manifestarsi anche con vomito e diarrea. Come conseguenza l’animale avrà inappetenza e perdita di peso. Nel caso peggiore e con l’acutizzarsi della sindrome può avere conseguenze neurologiche e nel caso estremo anche il coma.
La malattia in alcune occasioni può portare alla morte del nostro fedele compagno. Quindi è importante monitorare i sintomi che ci fanno insospettire e consultare immediatamente un veterinario che effettuerà una serie di analisi. Attualmente la ricerca ha fatto notevoli passi in avanti riuscendo a contrastare l’effetto mortale della sindrome. Vaccini e un mix di medicine hanno portato alla remissione della leishmaniosi, ma non ancora la sua eliminazione. Con le nuove cure si potrà tenere sotto controllo la malattia e ridurne l’aggressività. Il cane così potrà avere una vita lunga e normale.
Anche se le cure hanno fatto notevoli passi in avanti, la cosa più importante è ridurre l’esposizione alle punture. Quindi meglio evitare passeggiate serali ed è meglio farlo dormire al riparo durante la notte. Questo è il lasso di tempo in cui il pericolo di punture è maggiore. Se il cane ha una propria cuccia chiusa meglio predisporla con zanzariere a trama fitta. L’arma migliore in ogni caso è la prevenzione.
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