Istinto antico e primordiale quello dell’aggressività predatoria porta il nostro cane da caccia a localizzare, inseguire, immobilizzare la propria preda. A distinguere il buon cane da caccia la sua capacità di resistere all’istinto dell’uccisione e del consumo della preda. Tutto merito di secolari selezioni e addestramenti.
Negli ultimi decenni si è teso a dimenticare che il cane, il fedele compagno e amico dell’uomo, infondo altro non è se non un predatore carnivoro che in alcune particolari situazioni può sentire in se risvegliarsi una serie di atteggiamenti istintivi sopiti, specie se parliamo di cani impiegati per la caccia.
Nessun cane è esente da una istintiva e naturale aggressività, e fra le tante tipologie riscontrabili una soprattutto è stata meglio studiata e sfruttata nei secoli dall’uomo. Ci riferiamo a quella territoriale che consente al cane di divenire un’ottima guardia per case, giardini, terreni, aziende, etc. Malleabile e prevedibile quest’aggressività istintiva del cane, l’uomo è riuscito ad utilizzarla a proprio piacimento, ma oggi ci interesseremo soprattutto dell’aggressività predatoria e il discorso da farsi è di tutt’altro genere. Quando parliamo di aggressività predatoria ci riferiamo ad un istinto primordiale fondamentale per la sopravvivenza della razza, che ha portato il cane per millenni a localizzare, inseguire, immobilizzare e uccidere la propria preda, per poi nutrirsene. Anche nel caso di questo genere d’istinto l’uomo è riuscito a metterci lo zampino, e attraverso addestramenti e selezioni lunghe secoli si è riuscito a sviluppare esponenzialmente alcune fasi della naturale predazione, limitando o addirittura eliminando le altre, soprattutto, è bene sottolinearlo il consumo da parte del cane da caccia della preda catturata. E’ così che in base al terreno, alla tecnica, al selvatico cui dare inseguimento, oggi sono disponibili particolari razze di cani da caccia che accompagnano con eleganza e efficienza il cacciatore.Pensiamo ad esempio al blod hound con una stupefacente capacità olfattiva, al borzoi o al levriero irlandese, rapidissimi nel raggiungere la preda o ai bassotti e ai terrier coraggiosi e tenaci. Queste attitudini, come è naturale che sia, si sono sviluppate a discapito di altre. Di norma l’ottimo cane da caccia ha infatti perduto totalmente l’istinto alla guardia o della difesa del territorio, o addirittura la tendenza all’aggressività fra cani.
Questo perché ai cacciatori servono fidati amici a quattro zampe docili, e che ben si prestano all’addestramento o alla caccia in muta, e in questo campo non c’è spazio per l’aggressività istintiva. Giustamente esistono delle eccezioni, basti pensare al bracco tedesco, ottimo cane da caccia e ottima guardia sia per il territorio sia per il padrone.
In ogni caso è bene comprendere che la predazione è innata nel cane, e spesso è stimolata di riflesso al movimento della preda o ancora più semplicemente dalla vaga percezione del selvatico da parte del nostro amico a quattro zampe. Ad attestare il fatto che si tratti interamente di un istinto primordiale e incontrollabile basta il comportamento di molti cani che presentano una tendenza predatoria nei confronti di qualsiasi oggetto in movimento, sia esso una pallina o una macchina.
Stimolare in maniera innaturale l’istinto predatorio è fortemente sconsigliato per il padrone che tiene alla salute, sia essa mentale che fisica, del proprio cane. Soggetti a questo genere di stimoli sono i cani che chiusi in recinzione, vengono posti davanti ad un via vai di gente e di macchine. L’istinto predatorio dell’animale lo porterà ad inseguire la preda fin dove potrà innescando una situazione di stress intenso vista la frequente ripetizione di inseguimenti e scatti, sicuramente improbabili in natura. Il consiglio è dunque quello di sistemare i propri cani in luoghi riparati e lontani dal caos cittadino e dal via vai quotidiano e di regalare loro la possibilità di soddisfare pienamente il proprio istinto predatorio. Cosa c’è di meglio per un segugio se non seguire le tracce lasciate da un coniglio selvatico?
Giornalista e fondatore di Caccia Passione. Correva l'anno 2002 quando diedi vita al portale internet, mettendo a frutto tre grandi passioni, quella in lettere moderne, l'altra per l'informatica e altresì per l'attività venatoria. Negli anni Caccia Passione è divenuto testata giornalistica ove oggi scrivono le migliori "Penne" giornalistiche d'Italia.
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