Nel nostro appuntamento con la rubrica dedicata ai cani da seguita, quest’oggi ho deciso di portare a confronto due mondi apparentemente così distanti ma in realtà accomunati da un unico filo rosso: la seguita e la ferma. Cosa può accomunare un segugio e un setter? Cosa può rendere così vicine la ricerca di una lepre e quella di una beccaccia: la risposta è semplice: le emozioni. Perché la caccia col cane, indipendentemente dal selvatico ricercato, rende l’attività venatoria egualmente ricca di fascino. Ed è per questo che chi le ha provate entrambe può solo scegliere quella che maggiormente si addice al proprio animo, alla propria vocazione, ma riconoscerà sempre che le emozioni provate tramite entrambe siano egualmente uniche ed irripetibili. Così parla Simone Pegoraro, di tradizione familiare segugistica ma che negli anni si è avvicinato al mondo dei setter.
“Premetto che il mondo della seguita in famiglia è stato sempre l’argomento cinofilo più in voga fino al momento del mio arrivo nell’ambiente del cane da ferma e più specificamente del setter inglese. Detto ciò, le uscite con mio padre e mio zio a rincorrere lepri in collina sono state veramente entusiasmanti; il sentire i segugi braccare questo splendido selvatico in un ambiente così caratteristico mi regalava bellissime emozioni, pur non essendo ancora così esperto e consapevole per poter capire realmente tutto quello che stava accadendo. Con il passar degli anni, i discorsi cinofili si facevano sempre più familiari e cominciavo a masticare di morfologia, genetica e tutto quello riguardava l’ambiente cinofilo vero e proprio; quindi le uscite con gli ausiliari sopraindicati avevano un fascino totalmente diverso in quanto non era solo più caccia chiusa in se stessa, ma cominciavo realmente a capire e a saper condividere insieme ai più “esperti” il lavoro dei cani, elemento fondamentale per il raggiungimento dello scopo di un cacciatore cinofilo. Grazie alla passione che mi è stata trasmessa ho intrapreso la mia strada per il modo del cane da ferma ritenendolo più consono ai miei canoni.
Ho iniziato per pura curiosità e attrazione verso la razza del setter inglese, e grazie all’umiltà di saper ascoltare persone molto più competenti in materia ho intrapreso quella che è stato il mio percorso con questi splendidi animali.
Io penso che tra i due mondi, cani da seguita e cani da ferma, a parte le differenze sostanziali del tipo di caccia che le rende così diverse non ci siano per assurdo grosse differenze perché la differenza la fa l’amore per quel tipo di caccia e per quel tipo di razza, non per la passione che il cinofilo cacciatore mette per raggiungimento dello scopo. Chiaramente è difficile paragonare il setter inglese ad un segugio di qualsiasi tipo sia, vuoi per la differenza dell’impiego specifico del cane che per la sua tipicità. E questo vale per tutte le razze con le loro caratteristiche, chi braccando una lepre o chi fermando una beccaccia sapranno regalarci emozioni uniche e difficili da dimenticare.”