“A caccia di una seconda vita”. Si chiama in questo modo il progetto ideato dal Comune di Bologna, in partenza nel mese di aprile e destinato ai cani da caccia che non sono più in grado di svolgere il loro ruolo: si tratta in poche parole di una seconda opportunità offerta agli animali, i quali potranno essere adottati e fare compagnia a una nuova famiglia oppure essere impiegati nella cosiddetta “pet therapy”. L’iniziativa è venuta in mente all’Unità Intermedia Salute e Città Sane del capoluogo emiliano ed è stata presentata sottolineando il ruolo da protagonista di questi cani nelle battute venatorie, il loro carattere dolce, la brillantezza negli scatti e l’olfatto sviluppato.
L’invecchiamento è purtroppo inevitabile, ma possono esserci anche malattie o altri fattori che rendono questi cani non più idonei alla caccia. Ecco perché potranno avere una nuova occasione per rendersi utili, un esperimento a cui hanno aderito con entusiasmo associazioni come Federcaccia, ArciCaccia, Animal Liberation e Le terre del Branco. L’obiettivo ultimo è il benessere del cane da caccia. I cacciatori dovranno compilare un modulo con i dati degli animali e in questo caso si saprà con precisione quanti ce ne sono, oltre a verificare il microchip: insieme al tesserino sarà consegnato un segnalibro con contatti utili in caso di rinuncia del cane.
Federcaccia e ArciCaccia promuoveranno il progetto nell’ambiente con materiale informativo e organizzando degli incontri per fornire altre informazioni importanti. Animal Liberation e Le Terre del Branco gestiranno invece le adozioni e la pet therapy. A breve, infine, verrà realizzato un libro dal titolo identico a quello dell’iniziativa, “A caccia di una seconda vita”, una raccolta di storie cinofile scritte da cittadini e cacciatori che vorranno dare il loro contributo.