Non ci si pensa mai, ma è naturale che il nostro caro amico a quattro zampe prima o poi invecchierà e avrà bisogno di nuove cure e nuove attenzioni. Niente di troppo complicato che comunque farà vivere al segugio anzianotto una vecchiaia a cinque stelle.
Rispetto a ieri il cane invecchia più lentamente, esattamente come accade per l’uomo. Sono le nuove cure ma soprattutto le incrementate attenzioni da parte dei proprietari a garantire al cane sia esso da compagnia o un raffinato segugio, una vita ben più lunga, eppure ciò non toglie che prima o poi anche il cane più amato, curato, meglio nutrito e coccolato invecchierà.
In linea del tutto generale si può ammettere che il cane possa in media vivere 13 anni con picchi massimi che raggiungono i 27 anni e minimi che raggiungono i 9-10 anni.
Di norma sono le razze più piccole a vivere più a lungo (tra i 14 ed i 15 anni) mentre le razze grandi e “giganti” con un peso che si aggira intorno ai 45 kg di norma raggiungono i 9 anni.
I primi sintomi dell’invecchiamento colpiscono molto lentamente i nostri amici a quattro zampe, influendo su un rallentamento e mal funzionamento dell’organismo, chiamato ad costante e progressivo declino.
I principali effetti che l’invecchiamento presenza sono tutti relativi al metabolismo che si tradurranno poi, in breve tempo in una naturale alterazione fisica. Nello specifico si noterà una notevole riduzione dei tessuti muscolari a favore della componente grassa, e soprattutto vuoi per il calo del metabolismo, vuoi soprattutto per la diminuita attitudine all’attività fisica, il fabbisogno energetico di un cane “anziano” diminuisce circa del 40%.
La massa muscolare va incontro ad atrofia e anche le ossa conoscono delle modificazioni, dato che la corticale si assottiglia, diventando più fragile e densa.
Piccoli traumi ossei di lieve entità diventano problematica abbastanza comune nel cane anziano esattamente come l’artrite e l’obesità. Entrambe rendono maggiormente difficile e faticosa l’attività fisica e dunque più rapido il declino fisico del nostro animale. E’ bene dunque stimolare il cane anziano alle passeggiate, portandolo ancora nel bel mezzo di una battuta di caccia: non brillerà più come un tempo, ma riassaporerà l’istinto predatorio oramai sopito.
Mentre per l’obesità la cura è semplice (ridurre l’apporto calorico giornaliero), per l’artrite il discorso è più complicato e fra le azioni che possiamo consigliare al proprietario v’è quella di far dormirei il proprio amico in un luogo riparato e caldo: non è più un ragazzino!
Esattamente come accade nell’uomo, ad avvertire del prossimo invecchiamento è la fuoriuscita di peli bianchi sia sul muso dell’animale, sia più in generale su tutto il corpo. In alcuni casi si potrà presentare anche un fenomeno conosciuto in ambito medico come iper paracheratosi che causerà l’assenza in alcune zone, della peluria.
Se tartaro e gengiviti non sono mai state un problema, durante la vecchiaia inizieranno ad esserlo e in alcuni casi si potrà verificare anche la perdita di qualche dente; in generale si può affermare che i cani anziani hanno una più ridotta capacità di assimilare il cibo, ecco perché il consiglio è quello di fornirli di alimenti di buona qualità più facilmente digeribili e che non provocheranno problemi intestinali di vario genere.
Fra le principali problematiche e complicanze che possono rendere difficile la vecchiaia del nostro amico a quattro zampe è impossibile dimenticare l’insufficienza renale che solo il veterinario potrà attestare, esattamente come accade per le problematiche cardiovascolari. Ecco perché il consiglio è quello di stimolare il proprio cane all’attività fisica evitando le ore troppo calde e i percorsi troppo impegnativi.
Anche la vista e l’udito diminuiscono lentamente e costantemente e in generale l’animale si dimostra meno reattivo di quanto non fosse in gioventù: abbaia meno, gioca di rado e appare stanco.
Ovviamente alla vecchiaia non esiste cura, l’unica soluzione è quella di portare l’amico a quattro zampe periodicamente dal veterinario che consiglierà delle modificazioni della dieta e un moderato eppure regolare esercizio.