Cani da Caccia: Lo spinone italiano, beccacciaio per natura e per tradizione, è razza largamente impiegata durante la caccia alla regina dei boschi, che mostra per la seguita un’attitudine tutta naturale, da stimolare con un addestramento sul campo.
Dici beccaccia e pensi allo Spinone Italiano e a lunghe giornate trascorse a dar la caccia alla regina del bosco. Ovviamente lo spinone italiano non è l’unico beccacciaio a cinque stelle, conosciuto nel panorama venatorio italiano, dato che si divide il titolo per lo meno con il bracco; ciò non toglie che sia una delle razze che meglio si adatta alla seguita della regina.
Parlare delle origini della razza è difficile e poco produttivo, dato che come accade per la maggior parte dei casi, si va per ipotesi, non possedendo alcun dato certo.
Sappiamo comunque che dello spinone italiano si parla già durante la metà del ‘400 e che fin da allora si trattava di una razza particolarmente stimata e dotata di una certa tipicità. Le informazioni si fanno più sicure sul finire dell’ottocento, quando lo spinone già era diffuso e impiegato in Piemonte, Veneto e Lombardia. Solo in seguito venne apprezzato anche nel meridione italiano.
La diffusione dello spinone e del bracco conobbero comunque un certo arresto quando il mercato si aprì alle novità inglesi. Eppure se il nuovo affascina in un primo momento, il vecchio e ben consolidato di rado viene dimenticato: ecco perché a tutt’oggi lo spinone italiano è razza ambita, solida, robusta, ottima compagna di caccia. E’ grazie alla pazienza e alle capacità di allevatori privati che lo spinone italiano oggi è arrivato a noi puro, con doti fisiche e psichiche inconfondibili che lo differenziano da qualsiasi altra razza.
E’ stata la natura a volere lo spinone italiano grande cacciatore, dotandolo di sublime olfatto, ottima capacità di cerca, di grande resistenza sia durante la stagione calda che durante la stagione fredda e con qualsiasi tempo. Non gli manca inoltre la capacità di dar il meglio di se su qualunque terreno, ma soprattutto è dotato di ferma sicura, di un’innata attitudine al riporto e della capacità di instaurare un legame di fiducia con il proprio conduttore. E’ forse proprio questo tratto che rende tanto facile l’addestramento della razza, precoce ed intelligente. Tutti questi caratteri sono assecondati da caratteri fisici di solidità e stabilità, che lo rendono esemplare forte e resistente, capace di cacciare in qualsiasi ambiente.
Non è un caso se in tutta la penisola lo spinone italiano sia impiegato come compagno preferenziale durante la caccia alla regina delle foreste, la beccaccia, e non di rado, cacciatori esperti accompagnati dal proprio spinone, hanno fatto delle giornate venatorie, occasioni indimenticabili per portar a casa carnieri sorprendenti.
Come accennato in precedenza, l’addestramento dello spinone risulta semplice visto che il cane riesce ad instaurare con il proprietario un rapporto di indissolubile complicità. E’ ubbidiente, innamorato del conduttore, e ama soddisfare i desideri anche inespressi del suo amico uomo: proprio così, visto che non sempre al proprietario servono dei comandi per comunicare con il proprio cane.
E’ particolarmente apprezzata la sua capacità di cercare il selvatico fuori portata del fucile e fermarlo, attirando l’attenzione del cacciatore con la propria immobilità che continua fintanto che il cacciatore non è a tiro. E dopo lo sparo è immediata la sua partenza verso il selvatico che recupera e riporta in brevissimo tempo, in un gioco di squadra senza confronto.
Per quanto si tratti di doti innate, queste debbono essere pur comunque stimolate e perfezionate tramite l’addestramento che è impossibile avvenga in modo artificiale, senza dunque la presenza di selvatico vivo.
Di norma il consiglio è quello di portare con se, durante l’apertura di caccia, il cucciolone alla prima stagione, considerando il periodo non tanto come fase di caccia, quanto piuttosto di addestramento. Forse agli esordi il carniere ne risentirà, ma alla lunga, l’addestramento sul campo si dimostrerà un’ottima scelta, che non richiederà in seguito l’uso di sistemi formali e meccanici. D’altronde l’istinto alla ferma è proprio dello spinone di razza pura e sul campo verrà stimolato, esattamente come l’attitudine al riporto.
Per far comprendere il ruolo della ferma al cane, il cacciatore potrà decidere, ad esordio di non sparare ai volatili che il cane ha frullato avvicinandosi troppo o magari buttandoglisi contro. In questo caso lo spinone imparerà presto che gli si richiede di rimanere immobile sulla ferma, e la scelta del cacciatore di sparare al selvatico da lui individuato sarà una sorta di premio che stimolerà le sue capacità. Al cacciatore non resterà che scegliere il giusto fucile e le giuste cartucce per concretizzare le fatiche dell’addestramento e della giornata venatoria.
Affascinante migratore dal becco lungo, per dare la caccia alla beccaccia, abitante dei boschi e delle zone ricce di acqua e humus, il cui terreno sarà facilmente perforabile dal selvatico con il suo becco, per procacciarsi del cibo, il fucile per la sua cattura dovrà essere tanto per cominciare leggero; da non dimenticare infatti che il cacciatore, durante la giornata di caccia, andrà su e giù per i monti, e trasportarsi un fucile pesante sarebbe deleterio. Calibri particolarmente adatti sono il 12 o il 20, ma anche il 16 oramai quasi completamente scomparso. Altra attenzione è quella da riservare alla canna del fucile che deve essere corta, dato che il buon tiro alla beccaccia si inaugura sempre a distanza ridotta, e deve avere una strozzatura minima. Detto questo, i fucili consigliati hanno una canna da 60 fino a 66 cm con strozzatura a 4 stelle o cilindrica. Vanno benissimo anche i fucili a due colpi, come la doppietta e il sovrapposto.
Infine parlando di cartucce, è bene che queste non siano troppo pensanti capaci di ampliamento della rosata. Sono ideali a questo scopo le cartucce dispersanti, con alette interne che separano in sciami i pallini, consentendo così un ottimo allargamento della rosata. Detto questo è bene ricordare che la beccaccia è regina dei boschi non per niente: diffidente e sospettosa darle la caccia è una sfida per qualsiasi cacciatore e per qualsiasi spinone, anche per i più esperti.