Calendario Venatorio Umbria 2011-2012: Ancora critiche e contrasti di valutazioni sul calendario venatorio pre adottato dalla Giunta Regionale dell’Umbria.
Ogni anno che passa, all’approssimarsi della nuova stagione venatoria in Umbria, immancabilmente si ripetono sempre gli stessi scenari che “vedono gli uni contro gli altri armati”.
Per il Coordinamento Cinghialisti ATC PG2 “ il più delle volte, pur di far scalpore con “innovazioni”, scontentano tutti lasciandoci delusi ed amareggiati.
Alle proposte più o meno sensate dei cacciatori (Associazioni Venatorie) se ne contrappongono almeno 5 (club) che dicano e rivendicano il contrario; vogliamo affermare che, per diritto e dovere, la politica venatoria spetta alle associazioni di categoria riconosciute.
Si naviga nel caos, andando alla deriva, proponendo: la pre apertura…, l’apertura generale alla terza domenica di settembre…, colombaccio il primo ottobre…, eccetera…, nel frattempo non ci si rende conto che, inspiegabilmente, si escludono dal prelievo venatorio alcune specie cacciabili (“estatini”); qualche anno fa abbiamo perso la quaglia , ora la tortora, le deroghe alla specie storno e fringuello non vengono neanche prese in considerazione, per non parlare del cinghiale che sembra sia stato maledetto anche dal Santo Patrono!
A quali specie dovrebbero sparare, nel mese di settembre, i migratoristi secondo il calendario venatorio preadottato dalla Regione? …Visto che la tortora si gode di già il caldo sole africano, il colombaccio non è maturo ai prelievi, i turditi gozzovigliano nelle fresche foreste del nord-est Europa e le allodole allietano con i loro canti i paesi del centro- nord Europa, i nostri tecnici si inventano ridicole limitazioni (50 unità) ai prelievi stagionali, mentre nella vicina Albania vengono sterminate a migliaia giornalmente.
Per circa due anni su televisioni di stato, giornali e blog della caccia si è tanto parlato di recepimento di Direttive Comunitarie (Key Concepts) ma sono già cadute nel dimenticatoio, con buona pace del supporto scientifico a sostegno della caccia, si è preadottato un calendario venatorio senza tenere conto di norme, leggi e periodi.
Dobbiamo rimboccarci le maniche e fare dei passi indietro nel tempo, quando tute le associazioni venatorie aderivano all’Unavi e noi cacciatori avevamo la forza di far attuare le nostre richieste (fine anni ’80: preapertura terza decade di agosto, apertura generale terza domenica di settembre, chiusura prima decade di marzo).
Nell’ultimo biennio, per ipocrisia, “qualcuno” si è schierato dietro al politico di turno per portare aventi proposte non condivise dalla stragrande maggioranza dei cacciatori, diventando dei “cecchini” solamente per azzittire chi strilla più forte e favorire alcune lobby (che sono e rimarranno sempre e comunque una minoranza) illuse di risolvere i problemi della caccia.
Prendiamo ad esempio la gestione della specie cinghiale nella stagione venatoria 2010-2011 nella provincia di Perugia all’interno dell’ATC PG2 che, dopo rocambolesche manovre durate anni, ha finalmente raggiunto un’intesa tra il mondo agricolo, le altre forme di caccia e le varie squadre ricadenti nei distretti di gestione; con il coordinamento dei referenti di distretto e il controllo dei tecnici e dei dirigenti dell’ATC PG2, si è ridotto l’intero ammontare del danno a circa 90.000 euro senza avere effettuato le faziose e fantomatiche battute di contenimento nel mese di settembre rispettando la data di apertura del calendario venatorio.
A questo punto ci poniamo dei quesiti: chi c’è dietro a questa regia che vuole a tutti i costi mettere i cacciatori gli uni contro gli altri? Perché non si abbattono i vari campanilismi e si guarda nella stessa direzione rispettando e salvaguardando le varie forme di caccia?
Siamo convinti che dobbiamo cambiare il metodo di esercitare la caccia e sensibilizzare culturalmente la figura del cacciatore, renderlo veramente partecipe e protagonista nella gestione del territorio, recuperando un’etica venatoria, ricordandogli di quando la caccia era una festa, un modo di vivere e di convivere nella società.
Rivolgiamo allora a tutto il mondo venatorio umbro (CAVU) un caloroso appello finche si trovi l’unità e l’interesse di risollevare il livello della caccia supportando le nostre proteste in modo che vengano ascoltate nei vari passaggi delle istituzioni, scrivendo un calendario venatorio secondo i criteri della scienza e rendendo giustizia a tutte le forme di caccia.”
Fonte: Il Tam Tam