Come è ormai noto, oltre alla Toscana anche la Sicilia sta vivendo una situazione venatoria a dir poco ingarbugliata. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa dell’isola ha accolto in parte il ricorso animalista e ambientalista, disponendo la chiusura della caccia siciliana il prossimo 31 gennaio, vietando fin da ora gli abbattimenti dei conigli selvatici. La sezione regionale dell’Arci Caccia ha diffuso un comunicato per commentare l’intricata vicenda.
Ecco i dettagli della nota dell’associazione: “Il Calendario Venatorio siciliano, già bloccato dal Tribunale Amministrativo Regionale, non ha superato nemmeno il vaglio del secondo grado di giudizio e quindi, resta in vigore la sospensiva che ha stravolto l’impianto del provvedimento.
Si tratta di un epilogo del tutto prevedibile – questa la risposta fatta pervenire per bocca di Francesco D’Elia – quando, alla riunione del Comitato Faunistico Venatorio, il Consulente Tecnico dell’Assessore alla caccia, nonchè al tempo Presidente del Sindacato Nazionale dei Cacciatori, presentò il Calendario Venatorio 2018/19 il mio commento fu il seguente: «Per i cacciatori non è buono, è buonissimo. Ma siamo sicuri che quando qualcuno lo impugnerà passerà al giudizio del TAR?»). Nessuno rispose… e l’Assessore, fidandosi del suo consulente, ha pubblicato il Calendario. Ebbene, queste sono le conseguenze!!! Alla fine, chi troppo vuole nulla stringe”.