Interrogazione di Gatta, Lospinuso e Lanzilotta sul calendario venatorio
Manfredonia – I consiglieri regionali del PDL Giandiego Gatta (primo firmatario),Pietro Lospinuso e Domi Lanzilotta hanno indirizzato al presidente della Regione ed all’assessore all’agricoltura un’interrogazione sul calendario venatorio 2010-2011.
In premessa l’interrogazione evidenzia che: “Con deliberazioni nn. 1823 e 1824 del 04/08/2010 la Giunta regionale ha disposto, rispettivamente, il programma e il calendario venatorio 2010 / 2011. L’art. 18 della legge 157/1992 al comma 4, dispone come termine ultimo per la presentazione del predetto calendario la data del 15 giugno.
All’art. 10, comma 3, della citata legge 157/92 si determina nel 30% del territorio Agro – Silvo – Pastorale il limite massimo di zona a protezione della fauna selvatica”.
“All’art.18, commi 5 e 6 della stessa legge, si dà la possibilità al cacciatore di fruire di tre giornate a scelta, con la possibilità di derogare al comma 5 della predetta legge nel periodo 1° ottobre – 30 novembre nel senso più favorevole ai cacciatori, fermo restando il silenzio venatorio nei giorni di martedì e venerdì. La quaglia è stata eliminata dalle specie cacciabili in periodo di pre apertura.L’art. 42 della legge 4/06/2010 n° 96 viene utilizzato, dalla Regione Puglia, solo in senso restrittivo anziché nella direzione del contemperamento tra le risposte tanto attese dal mondo venatorio pugliese e la salvaguardia del patrimonio faunistico nel rispetto della complessa normativa in materia. È negato l’utilizzo dei cani nel periodo che va dal 19 gennaio fino al termine della caccia e tra il 1° e 19 settembre, impedendo, di fatto, il recupero di cacciagione caduta in un canneto o in acqua; alcune Regioni, come le Marche, la Lombardia, il Veneto, la Liguria, ecc.. hanno consentito, nel periodo che va dal 1° settembre al 31 dicembre 2010, il prelievo in deroga, alla direttiva 2009/147/CE, degli storni, e in alcuni casi anche del fringuello, specie in grado di razziare alcune zone del nostro territorio, segnatamente vigneti, oliveti e seminativi, con notevole danno all’economia locale, atteso che vino e olio sono prodotti che costituiscono una risorsa vitale, una sorta di volano per il tessuto economico pugliese; a fronte delle scelte delle suddette regioni, e di altre, finalizzate a salvaguardare le colture, alla luce del sensibile incremento congiunturale della specie dannosa, la Regione Puglia ad oggi non ha varato alcun provvedimento per consentire il prelievo in deroga dello storno per l’annata 2010 / 2011, consentendo, di fatto, la devastazione di uliveti e vigneti”.
Gli interroganti ritengono che “a seguito di quanto previsto dal calendario venatorio emesso con DGR 1824/2010 ci saranno ripercussioni economiche in quanto:
1) tantissimi cacciatori non rinnoveranno la licenza;
2) i cacciatori non residenti eviteranno la nostra regione per le eccessive restrizioni imposte dal governo regionale;
3) al settore alberghiero mancherà l’apporto del turismo venatorio, che in Puglia ed in Capitanata è molto diffuso;
4) ci sarà un aggravamento della crisi nel settore delle armerie e della cinofilia specializzata, dovuta ai mancati rinnovi delle licenze”.
Gatta, Lospinuso e Lanzilotta considerano pertanto che “in Puglia ci sono circa 32.000 cacciatori e che ognuno di essi spende mediamente 1.500,00 euro (tasse, concessioni, munizioni, spesa per il cane, abbigliamento, carburante, ecc..) e che tanti turisti italiani varcano i confini della nostra Nazione per avventurarsi nella felice Mitteleuropea, portando all’estero capitali che, se la legge 157/92 fosse applicata correttamente, potrebbero rimanere nei nostri territori, creando occupazione ed attivando circuiti economici e di sviluppo virtuosi in diverse zone della nostra Regione”.
Si chiede pertanto al presidente Vendola ed all’assessore Fiore: “1) quali sono i motivi per cui non si rispetta il termine del 15 Giugno per la presentazione del calendario venatorio; 2) perché si supera, in percentuale, il limite massimo previsto dalla L. 157/92 per le zone di protezione della fauna selvatica; 3) quali sono le motivazioni scientifiche che portano alla mancata concessione delle giornate di caccia a scelta del cacciatore ai sensi dell’art.18, commi 5 e 6 della stessa legge; 4) Quali sono i dati forniti dall’ISPRA che hanno portato all’eliminazione della quaglia dall’elenco delle specie cacciabili in regime di preapertura, all’apertura della caccia per gli acquatici al 2 ottobre e non più alla terza domenica di settembre, alla chiusura della caccia ai turdidi (tordo, cesena, bottaccio, sassello e merlo) e beccacce con 10 giorni di anticipo; 5) Come mai l’art. 42 della legge 4/06/2010 n° 96 viene utilizzato, dalla Regione Puglia, esclusivamente a danno dei cacciatori e mai a favore del mondo e delle esigenze di ciò che ruota attorno al settore venatorio; 6) Come mai si è portato il limite annuo a 50 allodole e 25 tortore e quaglie, mentre altre regioni come il Veneto e la Toscana, con una legge appena approvata, consentono non solo un prelievo sensibilmente maggiore, ma anche ai singoli cittadini cacciatori di “vendere” il frutto della propria attività venatoria; 7) Quali sono i motivi per cui viene negato l’utilizzo dei cani nel periodo che va dal 19 gennaio fino al termine della caccia e tra il 1° e 19 settembre ed il loro addestramento dal 1° al 31 marzo; Come mai non si intendono approvare nuovi criteri per il prelievo in deroga dello storno, difendendo così le colture e tutelando l’economia agricola del territorio pugliese; 9) Se non ritengano di dover modificare il calendario venatorio nel maggior rispetto della legge 157/92 e della normativa comunitaria”.
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