L’Unione Nazionale Enalcaccia Pesca e Tiro Sezione Provinciale di Arezzo dopo alcune riflessioni sull’approvazione del Calendario Venatorio provinciale espone alcune proposte.
Siamo prossimi alla riunione della Consulta Provinciale della Caccia ove sarà discusso, dopo lunga attesa, il calendario venatorio provinciale della imminente stagione di caccia. Volendo andare oltre alla diatriba tra Provincia di Arezzo e Regione Toscana, innescatasi proprio per il ritardo nel definire il calendario, noi, come Enalcaccia Provinciale, vogliamo ribadire che se tale ritardo si è verificato, tutto ciò è dovuto alle modifiche apportate dalla Regione alla legge 20/2002 – calendario venatorio regionale: nell’ ultima riunione della Consulta, l’Amministrazione Provinciale ci informava della situazione che andava definendosi a livello regionale e cioè della volontà da parte della Regione Toscana di ridurre i tempi della caccia al cinghiale in battuta limitandoli a novanta giorni, in adeguamento alla normativa nazionale, il tutto riconducibile ad un ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste al calendario 2011/2012 della Provincia di Firenze, ancora al’ esame della corte costituzionale; ecco il perché del grave ritardo: per attendere, con speranza, soluzioni da parte della Regione che prevedessero la caccia al cinghiale per l’ intera stagione venatoria.
Arezzo, con la massima approvazione dell’ Enalcaccia ed anticipando la Regione che ha deliberato in merito sette otto anni dopo, è stata la prima provincia toscana a prevedere, fin dai primi anni 2000, con appositi decreti straordinari, la caccia al cinghiale per l’ intera stagione venatoria – dall’ apertura generale al 31 gennaio -; il tutto per limitare gli ingenti danni alle produzioni agricole e gli incidenti stradali che il cinghiale provoca, oltre che, molto importante, per avviare l’ attività venatoria tutta nella stessa giornata, evitando di concentrare gli abituali cacciatori di cinghiale nella caccia al fagiano, lepre, starna e pernice e quindi una eccessiva rarefazione di queste specie, già in difficoltà.
Prevedere di ridurre i tempi della caccia al cinghiale in battuta, per noi Enalcaccia, è una grandissima perdita che Arezzo, dopo anni di impegno e risultati da parte di tutti i soggetti preposti, Provincia, Associazioni Venatorie e cacciatori, non può permettersi: considerato che la Provincia oggi è in difficoltà nell’ emanare provvedimenti straordinari, valutato l’incerto futuro delle Province, la Regione dovrà assumersi le proprie responsabilità e dovrà muoversi politicamente nell’ immediato, trovando la giusta soluzione per confermare i vecchi tempi di caccia al cinghiale.
Proponiamo inoltre che la Provincia inoltri apposita richiesta alla Regione Toscana per autorizzare 2 giornate di preapertura nei giorni 1 e 2 settembre, alle specie colombaccio, tortora (streptopelia turtur), merlo, ghiandaia, cornacchia e gazza da appostamento fisso e temporaneo e, da appostamento fisso, nei laghi artificiali e nelle superfici allagate artificialmente, agli anatidi previsti.
Chiediamo che la caccia alla beccaccia in gennaio, possa essere esercitata anche con il cane da cerca, in virtù del fatto che tutti i cacciatori devono avere le stesse opportunità e che tutte le razze di cani specializzati per la caccia a determinate specie devono avere la stessa considerazione; inoltre, ogni cacciatore, per la caccia alla beccaccia in gennaio, potrà cacciare con 2 cani da ferma o da cerca e non con uno, come prevedeva il calendario dello scorso anno.
Chiediamo che, negli appostamenti fissi a palmipedi e trampolieri si possa far uso di cartucce caricate a piombo: prevedere come Io scorso anno, l’ obbligo di munizioni con pallini d’ acciaio crea difficoltà economiche nei cacciatori di questa disciplina, nell’ acquistare munizioni speciali e canne adeguate che hanno costi elevatissimi.
Si auspica che in preapertura e durante la stagione venatoria 2012/2013, la Provincia di Arezzo, autorizzi interventi di controllo del colombo di città e dello storno ai cacciatori abilitati; tale attività, unica tra le province toscane e fiore all’ occhiello della nostra provincia, consente di ridurre notevolmente i danni provocati alle produzioni agricole da queste specie, valutato soprattutto che la deroga regionale applicata solo sullo storno prevede disposizioni molto restrittive nella sua applicazione e, di conseguenza, scarsi risultati ai fini degli abbattimenti, rispetto a quelli ottenuti con l’ applicazione degli interventi straordinari disposti dalla Provincia di Arezzo.
Si raccomanda che sia confermata, fin dall’ apertura generale, la possibilità ai cacciatori di disporre di 5 giornate cacciabili, di cui 3 a scelta, esercitabili per l’ intera stagione venatoria, una volta tenuto conto delle eventuali proposte dell’ ATC 2; questo argomento, per noi di fondamentale importanza, sancisce la libertà del cacciatore di potersi organizzare su cinque giornate scegliendone tre, non vedendosi imposto l’ obbligo di cacciare a giornate fisse.
Si chiede infine di prevedere un’ area di tutela per la starna nell’ area di fondovalle del Casentino, così come proposto dalle associazioni venatorie locali, allo scopo di favorire lo sviluppo di questa specie.
Iacopo Piantini
Presidente Provinciale Enalcaccia Arezzo