Le scelte della Regione
In riferimento al calendario venatorio delle Marche 2023/24 Federcaccia Marche e Nazionale esprimono la propria contrarietà su alcune scelte adottate dalla Regione Marche, peraltro, più volte espresse e ribadite con documenti scritti tempestivamente inviati ai soggetti preposti. La Regione Marche giustifica il proprio operato nell’ottica di “dare certezze e sicurezze ai cacciatori” per prevenire eventuali sospensioni e/o interruzioni a seguito di ricorsi. Non si comprende da dove derivi tale certezza, che dimostra comunque che la Regione Marche pensa che ridurre i periodi di caccia sia una strada vincente per i cacciatori, addirittura arretrando sulle vittorie ottenute al TAR. Non ci vuole molto a comprendere che continuando a ridurre anno dopo anno i cacciatori resteranno col cerino in mano. Vuole forse questo la Regione Marche? Ribadiamo ancora una volta che le rinunce servono solo a incoraggiare le associazioni anticaccia a proseguire nelle loro battaglie. Infatti, non esiste un solo esempio in nessuna regione che dimostri che avere rinunciato a periodi di caccia abbia indotto le associazioni anticaccia a non presentare i ricorsi, e comunque non può essere questo il metodo di composizione tra interessi diversi.
Metodologie di ricerca
Per noi non è in discussione la tutela delle specie (anche se c’è ancora molto da chiarire sui metodi più appropriati per tutelare le specie) durante i periodi riproduttivi e di assistenza alla prole. Sono invece molto in discussione le metodologie di ricerca e di valutazione delle ricerche da parte di ISPRA, e proprio su questo Federcaccia ed altre Associazioni hanno trasmesso un documento fortemente critico ai ministeri interessati. Ci auguriamo che le Associazioni firmatarie di questo documento siano coerenti nelle posizioni che prenderanno nelle Marche. Vedremo se il calendario verrà impugnato dalle solite sigle, ma tali “certezze” semmai andavano riferite solo alla preapertura poiché per le chiusure ci sarebbe stato tutto il tempo di valutare le decisioni dei giudici Amministrativi, per cui abbiamo invitato la Regione Marche a non autolimitarsi preventivamente e mantenere le vittorie ottenute al TAR sul calendario dell’anno scorso e portare i turdidi e la beccaccia al 31 gennaio. Per riassumere: il calendario approvato ha ridotto le giornate di preapertura al colombaccio, cancellato una giornata di preapertura alla quaglia, ridotto il carniere giornaliero e stagionale dell’allodola rispetto a quanto prevede il piano di gestione nazionale, ridotto il periodo di caccia al combattente e anticipato le chiusure di turdidi e beccaccia rispetto alla legge 157/92. Un legittimo dubbio sulle “certezze” della Regione Marche però ci viene: forse è stato fatto un accordo segreto con gli anticaccia? Solo in questo modo si potrebbero infatti spiegare le “certezze” della Regione. In tal caso ci chiediamo perché non sia stato reso pubblico questo possibile accordo.
No alle discriminazioni
Inoltre, il calendario così come definitivamente adottato presenta secondo gli scriventi importanti lacune nelle motivazioni, così come evidenti inesattezze in alcune parti. Basta confrontare il parere ISPRA con le argomentazioni presenti in delibera per verificare su quanti punti la Regione Marche non abbia inserito in modo puntuale le controdeduzioni necessarie, aumentando così il rischio di accoglimento dell’eventuale ricorso. In spirito di collaborazione Federcaccia ha fornito alla Regione Marche un copioso lavoro del nostro Ufficio Studi e Ricerche, che collabora con numerose Università, che avrebbe incrementato le motivazioni presenti nella bozza di Delibera per superare il parere dell’ISPRA rendendo il calendario meno vulnerabile in caso di ricorso. La Regione ha ritenuto di non usufruire di tale collaborazione. Federcaccia non può accettare supinamente scelte che discriminano i cacciatori marchigiani rispetto a quelli dell’Umbria, Toscana e Lazio (che potranno infatti esercitare la caccia a turdidi e beccaccia fino al 31 gennaio 2024). Per questo motivo Federcaccia adotterà tutte le iniziative del caso in favore di tutti i cacciatori marchigiani. I cacciatori marchigiani sono penalizzati rispetto ad altri e le responsabilità di ciò sono chiarissime. Federcaccia ringrazia tutte quelle forze e soggetti che all’interno della Regione Marche hanno continuato a manifestare sensibilità e vicinanza al mondo venatorio. Vogliamo sperare che quanto prima possa essere ripreso un proficuo confronto con la Regione. (Federazione Italiana della Caccia Regione Marche e Federcaccia Nazionale)