La sospensiva del Consiglio di Stato sul Calendario venatorio della Regione Toscana, continua a generare malumori, proteste e forte incertezza nei cacciatori. La Confederazione Cacciatori Toscani è impegnata in queste ore e lo sarà anche domani nel Tavolo di concertazione convocato dal Presidente Rossi, a sviluppare il massimo sforzo affinché la politica, le forze di maggioranza e minoranza, e la Giunta Regionale, sappiano cogliere l’opportunità per riaffermare con coraggio, le proprie prerogative istituzionali e con esse la certezza del Diritto per migliaia di onesti cittadini.
La battaglia ad ampio raggio innescata dal mondo animalista ed ambientalista sui Calendari venatori, si caratterizza non solo come un attacco alla caccia, ma anche e soprattutto come un tentativo di natura centralista finalizzato a superare le prerogative istituzionali delle regioni per consegnare nelle mani dello Stato (vedi Ministero dell’Ambiente ed Ispra), un potere esclusivo e decisionale su questa ed altre materie. Ecco perché un atto approvato dalla Giunta Regionale Toscana finalizzato al superamento di questa iniqua sospensiva del Consiglio di Stato che ristabilisca i limiti temporali del calendario e la caccia alle specie interessate (Colombaccio, Corvidi, Anatidi e Beccaccia) rappresenterebbe non solo una risposta verso i cacciatori, ma anche un segnale preciso e coraggioso di carattere politico contro questa impostazione.
Non c’ è alcun dubbio che anche per il mondo venatorio si aprono “fronti nuovi” sul quale sviluppare politiche lungimiranti e dare battaglia per garantire un futuro alla nostra passione. Si stanno materializzando all’orizzonte sfide e pericoli che sembra si continui a non vedere; manca una analisi affinché il mondo venatorio possa svolgere un ruolo da protagonista nella profonda trasformazione politico-istituzionale che attraversa il paese. La battaglia sulle autonomie e sul ruolo delle Regioni sicuramente può rappresentare uno dei punti chiave per il futuro della nostra attività. Il fronte aperto in Veneto e Lombardia che sta coinvolgendo alcune realtà territoriali del centro Italia pone obiettivi strategicamente forti sui quali anche il nostro mondo può dare un importante contributo.
La richiesta di trasferire in capo alle Regioni ed ai territori competenze importanti come l’Agricoltura, Istruzione, Tutela dell’Ambiente, del Sistema Tributario e non solo, rappresenterà in futuro un potenziale punto di forza per sconfiggere l’incursione e il presidio del mondo ambientalista ed animalista nei ministeri chiave ed in Parlamento. Questa non è che una delle ragioni per le quali occorrerebbe ricreare un pensiero forte, sul quale ricompattare unitariamente il nostro mondo ormai diviso e smarrito. Si palesano infatti, altri pericoli imminenti, sui quali da mesi si stanno giocando le sorti della caccia ed il nostro futuro di cacciatori. La discussione in Parlamento sulla riforma dell’art. 71 della Costituzione e con essa l’introduzione dei Referendum propositivi (e non più solo abrogativi), pone le basi per generare un potente strumento nelle mani di alcuni da usare come fendente contro le minoranze poco popolari come quelle dei cacciatori, ma anche degli allevatori, dei pescatori e di chi sviluppando economia e tradizione si lega alla ruralità.
Non è un caso, che la Confederazione cacciatori Toscani abbia avvertito, sin dalla sua nascita, l’esigenza di giungere ad una radicale trasformazione di un mondo venatorio e di un associazionismo di categoria che in assenza di una profonda autoriforma, è destinato a non reggere l’urto delle sfide epocali che ha di fronte. L’unità è pertanto la nuova dimensione della rappresentanza e dei legittimi interessi dei cacciatori, non uno strumento di difesa di un mondo vecchio e nostalgico. L’unità è un investimento necessario per garantire un futuro, liberare le energie, mettere avanti innovazione e preparazione dei nuovi gruppi dirigenti e stare alla testa del confronto e delle sfide per non rassegnarci al fato!