In particolare, non è piaciuto affatto il posticipo dell’apertura generale dell’attività venatoria, in programma il prossimo 1° ottobre invece che nella terza domenica di settembre come si era ipotizzato inizialmente. La prima analisi del documento ha fatto emergere, sempre secondo il deputato, una serie di incongruenze. Nello specifico, non è stato capito il motivo di consentire la caccia agli acquatici (codoni e moriglioni in primis) fino al 21 gennaio del 2018, permettendo allo stesso tempo di limitare l’accesso ai cacciatori nelle zone umide.
Si sta parlando del divieto, valido fino al 20 gennaio del prossimo anno, che riguarda le distanze non inferiori ai 500 metri dai corsi d’acqua e da queste zone. Per tutti questi motivi verrà presentata una interrogazione per chiedere maggiore chiarezza e rivedere una scelta che rischia soltanto di danneggiare il mondo venatorio.