Il Calendario Venatorio 2012-2013 della Sardegna ha pochi giorni di vita ma è stato già contestato dagli ambientalisti che hanno annunciato azioni legali.
La scorsa settimana è stato approvato il nuovo Calendario Venatorio sardo per la Stagione Venatoria 2012-2013 ma le proteste ambientaliste sono state immediate; ora le associazioni ambientaliste ENPA, WWF, Amici della Terra, Gruppo d’intervento giuridico (Grig), LIPU e LAC chiedono l’intervento dell’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, affinché si pronunci con parere sfavorevole vincolante sul nuovo documento di gestione. Le associazioni ambientaliste hanno voluto coinvolgere nella questione anche la Commissione Europea ed il Ministero dell’Ambiente e l’assessorato regionale dell’Ambiente.
Uno dei punti di criticità contestato dagli ambientalisti sarebbe l’assenza del principio di precauzione per quelle specie che fanno parte della selvaggina nobile stanziale considerata a rischio come la pernice e la lepre sarda per le quali non sono stati tenuti in conto eventuali censimenti faunistici o documenti di pianificazione faunistica.
Altra questione sollevata è quella dei periodi di caccia in particolare quelli riguardanti le specie beccaccia, turdidi, folaga e germano reale, alzavola e codone che secondo le associazioni ambientaliste sarebbero “ben più ampi di quanto richiesto dalla guida UE in materia”.
Infine le associazioni lamentano il fatto che fino ad oggi non sarebbe stata effettuata “alcuna valutazione di incidenza ambientale riguardo all’attività venatoria nelle aree classificate quali siti di importanza comunitaria (Sic) e/o zone di protezione speciale (Zps)”.
Per concludere, agli ambientalisti non è sfuggito un certo disaccordo registrato sul nuovo calendario venatorio anche da parte dei cacciatori e di una consistente parte del mondo venatorio sardo, pertanto affermano “C’è da sottolineare che numerose realtà del mondo venatorio isolano hanno riconosciuto la follia di questo calendario”.