Calendario Venatorio 2012-2013 Liguria: polemica degli ambientalisti sulla bozza del nuovo documento di gestione dell’attività venatoria regionale: “No alla caccia selvaggia!”
Le associazioni ambientaliste Wwf, Lipu, Italia Nostra, Lega Abolizione Caccia, Enpa delle sezioni liguri, sollevano la polemica sulla bozza di Calendario Venatorio 2012-2013 della Liguria, prossimo all’approvazione, in quanto recepirebbe troppi “favoritismi clientelari” e favorirebbe la “caccia selvaggia” esponendo la Regione alle sanzioni europee.
Così polemizzano gli ambientalisti, “Alla faccia della crisi economica, l’argomento più gettonato di sempre della IV Commissione “Attività Produttive” del Consiglio Regionale della Liguria rimane ostinatamente – anche in questi giorni – quello della caccia, in particolare la sua deregulation selvaggia”.
Gli ambientalisti infatti spiegano “Dopo una serie di bacchettate da parte della Corte Costituzionale (ad es.: la caccia illegale agli uccelli dopo il tramonto, i passati calendari venatori approvati con legge anziché con delibera onde evitare ricorsi, la caccia illegittima nelle aree contigue dei parchi), che sono costate al contribuente ligure decine di migliaia di euro in spese per legali esterni, in Via Fieschi si torna a parlare di caccia in occasione del vare del prossimo calendario venatorio regionale; in pratica le regole puntuali per la caccia nella stagione 2012/13 che dovrebbe iniziare la 3° domenica di settembre”.
Proseguendo affermano dalle associazioni ambientaliste, “Il consiglio regionale della Liguria dovrebbe varare il calendario venatorio nella seduta del 6 agosto prossimo, e già si dimenano i soliti consiglieri regionali cacciatori (uno della Lega, tre del PD) per infilare nel testo emendamenti peggiorativi in netto contrasto con i pareri del mondo scientifico. Infatti, nel proprio parere obbligatorio reso il 4 giugno scorso l’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) ha già segnalato alla Regione che i periodi di caccia per alcune specie migratrici (tordi, beccaccia) sono eccessivamente dilatati, e che il ricorso nei mesi di ottobre e novembre a deroghe che portino da 3 a 5 il tetto delle giornate di caccia settimanali per sparare ai migratori dagli appostamenti, costituisce una pressione venatoria eccessiva sulla fauna selvatica”.
Quindi aggiungono critici gli ambientalisti, “Cercare di blandire le frange più incallite e minoritarie di sparatori, peggiorando la proposta formulata dalla Giunta per motivi puramente clientelari, è dunque un vecchio malcostume proprio delle promesse che non si possono mantenere. E’ anche grazie alla politica del raschiare il fondo del barile che i cacciatori liguri si sono ridotti di tre quarti nel giro di 30 anni, arrivando a circa 18.000 in tutta la Regione, con un depauperamento complessivo del patrimonio faunistico. Invece sul fronte “caccia in deroga a specie protette”, a parte gli inutili tentativi leghisti di aprire la caccia ai fringuelli di pochi grammi di peso (tutelati a livello nazionale e comunitario), si registra per quando riguarda la specie STORNO un nuovo monito della Commissione UE”.
Infine gli ambientalisti concludono sulla questione delle cacce in deroga, “Dopo la condanna della Corte di Giustizia del Lussemburgo del 15 maggio 2008 per le illegali cacce in deroga allo storno effettuate in Liguria nel 2006, si aggiunge una recente nota dello scorso 25 maggio 2012 del Commissario all’Ambiente UE, Janez Potocnik, indirizzata al Ministro italiano dell’Ambiente Corrado Clini, che rammenta come Liguria, Lombardia e Veneto, anche dopo varie sentenze comunitarie di condanna, continuino a violare la direttiva comunitaria sulla tutela dell’avifauna; il Commissario Ue – tra l’altro – ricorda come il pretesto delle “cacce tradizionali” non possa giustificare l’esercizio venatorio a specie protette come anche lo storno e il fringuello, non costituendo motivazione legittima per una deroga”.