Stagione decurtata
Con una lettera congiunta, sei associazioni venatorie riconosciute sulle sette presenti in Calabria, fanno fronte comune dopo la sentenza del TAR che decurta sensibilmente la stagione venatoria per tordo bottaccio, tordo sassello e cesena. Si tratta dell’ANUUMigratoristi, Arci Caccia, Enalcaccia, Ente Produttori Selvaggina, Italcaccia e Associazione Nazionale Libera Caccia.
Turdidi compromessi
Questo il testo: “È giunta come un fulmine a ciel sereno la sentenza del TAR Calabria che pur rigettando gran parte del ricorso al calendario venatorio 2024-2025 ha di fatto ridotto il periodo di caccia dal 30 al 9 gennaio al tordo bottaccio, tordo sassello e cesena in tutta la regione. Le associazioni riconosciute ritengono paradossale e ingiustificabile il fatto che la Regione Calabria attraverso l’assessorato competente non abbia ritenuto utile informare per tempo queste ultime del deposito di tale ricorso al TAR contro il calendario. Entrando nel merito della sentenza che compromette in maniera significativa una delle pratiche venatorie più sentite dai cacciatori calabresi, diciamo che la stessa è figlia di un parere molto discutibile dell’ISPRA che nel redigere anni fa i Key Concepts ha messo nero su bianco che le suddette specie iniziano la migrazione pre-nuziale nella prima decade di gennaio“.
L’invito alla Regione
Il comunicato congiunto aggiunge: “Sappiamo che questo non è veritiero, anzi è un falso scientifico e tutto ciò è comprovato dalle altre nazioni che si affacciano sul bacino del Mediterraneo che fanno risalire l’inizio di questa migrazione mediamente un mese dopo. Inoltre, il TAR avrebbe dovuto tenere in debita considerazione nella sua sentenza che il parere dell’ISPRA non è vincolante nella stesura dei calendari venatori, bensì meramente consultivo. Visto che negli ultimi anni i calendari sono stati scritti dai TAR (anomalia tutta italiana) e che il danno è fatto, questo coordinamento regionale chiede con forza all’assessore Gallo una netta presa di posizione a difesa dell’attuale calendario venatorio e di tutti i cacciatori calabresi, promuovendo senza esitazione alcuna un ricorso al Consiglio di Stato, dandone tempestiva comunicazione al coordinamento che ricordiamo rappresenta 6 associazioni venatorie riconosciute“.