La sezione regionale della Basilicata della Federazione Italiana della Caccia e l’Ufficio Avifauna Migratoria della stessa associazione hanno inviato le loro osservazioni sulla bozza di calendario venatorio che è in fase di preparazione. L’auspicio è che non siano penalizzati i cacciatori lucani rispetto ai colleghi delle regioni vicine, magari adottando provvedimenti che sono in armonia con le direttive comunitarie e i loro documenti interpretativi. Le osservazioni hanno a che fare con la caccia alla migratoria, dato che sono state notate delle incongruenze: tra l’altro, la Regione è chiamata a discostarsi dal parere dell’ISPRA, in modo da avere una difesa efficace in caso di ricorso al TAR, come paventato dalle associazioni ambientaliste.
Le proposte sono diverse. Ad esempio, non è stata capita l’apertura del prelievo alla tortora il 3 settembre, visto che il giorno precedente è il primo utile. Inoltre, non è possibile la pre-apertura alla quaglia il 10 settembre, giornata che ricade nel periodo riproduttivo della specie. Per l’allodola è stato suggerito lo spostamento dell’apertura al 1° ottobre, senza dimenticare i turdidi (a eccezione del merlo), da portare al 31 gennaio invece che al 28. Altre osservazioni si riferiscono al carniere consentito.
Per beccaccini e frullini non è richiesto il limite annuale di 50 capi, come anche i tre capi giornalieri in relazione alla pavoncella e i 200 capi annuali per gli stessi turdidi. Se l’esclusione della moretta e del combattente non è sostenuta da dati attuali, il divieto di caccia a meno di 500 metri dalla costa deve valere soltanto nel caso in cui la Regione non abbia istituito zone di protezione lungo le rotte di migrazione.