Calendari Venatori: la Provincia di Arezzo in notevole ritardo sulla definizione del nuovo Calendario Venatorio provinciale; protestano i cacciatori: “Danni ingenti per l’agricoltura”.
In forte ritardo la definizione del Calendario Venatorio per la Provincia di Arezzo che dovrebbe disciplinare l’attività venatoria per la stagione di caccia 2012-2013 e così gli 11mila cacciatori dell’intero territorio aretino che protestano per i sempre più frequenti danni all’agricoltura causati dall’indisturbata presenza di fauna selvatica, soprattutto ungulati come i cinghiali.
Secondo l’Amministrazione provinciale aretina e le varie associazioni venatorie la causa del ritardo è da attribuire alla Regione Toscana che a sua volta si trova in ritardo sulla tabella di marcia per via del ricorso che venne presentato proprio sul calendario venatorio 2011-2012.
Sulla questione Domenico Coradeschi di Federcaccia Arezzo ha spiegato, “Vogliono andarci con i piedi di piombo. La Provincia di Arezzo ha fatto tutto quello che era in sua competenza adesso dobbiamo aspettare solo che da Firenze portino a termine tutto quanto al più presto”.
Il prossimo 21 agosto si riunirà la consulta provinciale delle Associazioni Venatorie presenti sul territorio della Provincia di Arezzo durante la quale i vari gruppi di cacciatori e i rispettivi rappresentanti si ritroveranno per fare il punto della situazione, pertanto Coradeschi e Jacopo Piantini di Enalcaccia Arezzo auspicano “Speriamo che ci siano delle novità positive mai come quest’anno si sono registrati ritardi così abissali. Inoltre, la presenza di ungulati che, storicamente, sono particolarmente popolosi nel nostro territorio, ha delle pesantissime ricadute sulle coltivazioni”.
Si è espresso poi sulla questione anche il consigliere provinciale aretino, Simon Pietro Palazzo, che ha affermato, “La Regione Toscana, nel suo Statuto (considerato la massima fonte normativa a livello regionale) assicura la certezza del diritto a tutti i cittadini toscani, attraverso una legislazione organica. Il calendario venatorio della Regione è fissato per legge dal 2002. Risulta incomprensibile la posizione assunta dalla Provincia di Arezzo che non emana il calendario venatorio provinciale adducendo giustificazioni che riguarderebbero la mancanza di legislazione regionale di riferimento”.
Proseguendo ha detto Palazzo, “Altrettanto grave ci pare l’appiattimento su queste posizioni da parte di dirigenti di associazioni venatorie che hanno perso di vista l’obiettivo primario: la tutela dei propri associati. Infatti, molte Province toscane hanno già redatto il proprio calendario venatorio. Pertanto, i ritardi dell’amministrazione provinciale di Arezzo non sono dovuti alla mancanza di adempimenti della Regione”.
Continuando ha poi spiegato il consigliere Palazzo, “La legge regionale n.20/2002 è regolarmente in vigore, né sono stati abrogati alcuni articoli in virtù dei rilievi della Corte costituzionale (che non si è ancora pronunciata con sentenza) su alcuni aspetti specifici che non riguardano i tempi di caccia per la selvaggina stanziale e migratoria. Lo stesso ragionamento vale per l’addestramento dei cani: la legge regionale dice esplicitamente che deve iniziare il 15 agosto e la Provincia di Arezzo lo differisce al 19 agosto. Francamente non capiamo questo atteggiamento della Provincia e dell’assessore Vasai che sembra mettere in atto sistematicamente, ogni anno, delle ripicche nei confronti della Regione sulla pelle dei cacciatori aretini”.
Concludendo infine ha annunciato Palazzo, “Personalmente, come consigliere provinciale, in comune accordo con l’Udc di Arezzo, metteremo in campo tutte le nostre forze per difendere la nostra provincia, qualora fosse necessario. Ma se andremo nella direzione dell’accorpamento con altre Province (Siena e Grosseto hanno già emanato il loro calendario venatorio), i primi ad esserne felici saranno sicuramente i cacciatori aretini”.
Dalla Regione Toscana giunge la replica dell’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori sulla questione per la quale l’ente non ha deliberato sul calendario venatorio provinciale con la motivazione che la normativa regionale di riferimento potrebbe essere abrogata dalla Corte Costituzionale in base ad un ricorso sul cui esito non esiste nessuna certezza.
Afferma infatti Salvadori, “La legge regionale sul calendario venatorio (la n. 20 del 2002) è perfettamente vigente. Risulta pertanto del tutto inappropriata la scelta della Giunta della Provincia di Arezzo di non deliberare sul calendario venatorio provinciale con la motivazione che la normativa regionale di riferimento potrebbe essere abrogata dalla Corte Costituzionale”.
Continuando dice l’assessore, “Giova ricordare che le altre Provincie toscane hanno già approvato o stanno per approvare gli atti di loro competenza sul calendario venatorio. Inoltre la Regione Toscana, con la legge di manutenzione approvata il 18 giugno scorso, ha provveduto ad uniformare i periodi di caccia per gli ungulati, come disposto dalla legge 157/92 e dalle indicazioni dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)”.
Infine conclude Salvadori, “Su questa base il Consiglio regionale lo scorso 24 luglio ha approvato una delibera che ha integrato la legge regionale 20/2002 in modo tale da consentire alle Provincie la definizione dei propri atti”.