In Calabria, nella provincia di Cosenza, cinque bracconieri bresciani in trasferta sono stati sorpresi con un carniere di centinaia di uccelli appartenenti a specie protette.
C’era anche un pluripregiudicato privo di licenza di caccia nel gruppo di cinque cacciatori bresciani in trasferta sorpresi giovedì dalla polizia provinciale di Cosenza al termine di una vera strage venatoria. Durante la loro permanenza calabrese, nel territorio di Bisignano, i bresciani erano riusciti ad abbattere la bellezza di 872 uccelli, neppure uno dei quali cacciabile ma al contrario tutti appartenenti a specie protette: dai Verzellini alle Ballerine.
L’operazione della Polizia Provinciale è iniziata con una missione di osservazione in borghese di un primo terzetto di lombardi impegnati a sparare a tutto spiano. Successivamente fermati a bordo di una Panda, i tre, in regola con le licenze, sono stati sorpresi con 107 volatili tutelati appena abbattuti. I primi fermati hanno poi guidato gli agenti sulla posizione di altri due bresciani, e il secondo controllo ha permesso di individuare lo sparatore pregiudicato senza licenza, mentre il suo compagno di battuta cacciava con la licenza di porto di fucile scaduta.
L’operazione si è conclusa con la perquisizione della struttura alberghiera usata dai cinque, e col ritrovamento di centinaia di altri esemplari abbattuti. Dalla Calabria al Nord Italia per registrare le imprese di altri bresciani in movimento, stavolta scoperti dalle guardie volontarie del Wwf con la collaborazione delle Polizie Provinciali.
Negli ultimi giorni i volontari hanno individuato nel Cuneese due cacciatori provenienti dalla nostra provincia in azione con un vietatissimo richiamo elettroacustico, e altri quattro sono stati denunciati nel Pavese, sempre per l’uso dei famigerati «fonofil» e per l’abbattimento di 47 esemplari di avifauna protetta. Infine il Bresciano. Proprio nella nostra provincia, in questo caso col supporto del corpo forestale dello Stato, le guardie Wwf hanno contribuito alla denuncia di altre quattro persone.
Nell’elenco dei reati troviamo l’uso di fucili con caricatore modificato e il solito abbattimento di fauna protetta (pettirossi e fringuelli in particolare), ma l’ultimo caso è stato speciale. A Preseglie un capannista è stato sanzionato per l’omessa custodia dell’arma, per l’utilizzo di reti, prodine (piccole reti a scatto) e archetti e per il possesso di un centinaio di uccelli tutelati dalla legge vivi e morti.
10 novembre 2012
Fonte: BresciaOggi