Davanti ad una estesa platea si è svolta ieri l’Assemblea promossa dalla Confederazione Cacciatori Toscani a San Casciano Val di Pesa. In molti hanno risposto all’invito dei promotori per protestare e contrastare il tentativo di snaturamento del ruolo delle strutture pubbliche (Zone Ripopolamento e Cattura) presenti sul territorio e per la loro trasformazione. Una decisione sostenuta dal Commissario dell’ATC Firenze 5 e avvalorata dalla Regione Toscana, in assenza del nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale e dei necessari indirizzi di pianificazione.
L’assemblea, alla quale ha preso parte anche il Sindaco di San Casciano Val di Pesa Massimiliano Pescini intervenuto a difesa delle ragioni degli organizzatori, è entrato nel merito dei problemi approvando, al termine, un documento conclusivo che sarà inviato oggi alla Regione Toscana, al Presidente Enrico Rossi ed al Commissario ATC Firenze 5. Dopo le presentazioni e l’apertura della serata da parte del Presidente della Federcaccia di San Casciano Lorenzo Calamendrei e dal Presidente ARCT di San Casciano Silvano Marchi, che hanno da subito evidenziato il palese tentativo di snaturare il ruolo e le funzioni degli istituti pubblici con scelte non condivise e che mettono a rischio un grande patrimonio faunistico, si sono susseguiti numerosi interventi da parte di relatori ed ospiti della serata.Simone Tofani, Presidente provinciale della Federcaccia di Firenze, ha da subito chiarito la totale contrarietà della Federcaccia, in armonia con tutte le Associazioni aderenti alla CCT su questo modo di procedere messo in atto dal Commissario ATC Firenze 5 e dalla regione Toscana.
Il problema della gestione degli ungulati, ed in particolare dei cervidi per i danni causati alle coltivazioni in un area molto delicata come quella del nostro Chianti, non può essere risolto con la scorciatoia delle trasformazioni delle ZRC in ZRV ma bensì producendo scelte gestionali strutturali, così come avvenuto in altri ATC come il Siena 3 nord. No a provvedimenti di dubbia legittimità amministrativa che rischiano di consentire uno stravolgimento sulle finalità di istituti faunistici pubblici previsti dalla legge. Tofani ha inoltre ricordato come occorra accelerare i tempi per la nomina del nuovo comitato ATC Firenze 5 per consentire il superamento di una inaccettabile fase commissariale, che rischia di impedire un confronto ed una reale partecipazione alle scelte riguardanti il territorio che solo un ATC nella pienezza dei suoi organi amministrativi può consentire. Dopo alcuni approfondimenti tecnici sul ruolo e funzioni delle Zone Ripopolamento e Cattura sviluppati dalla Dott.ssa Veronica Racanelli, ha scaldato la folla Roberto Vivarelli, Presidente ATC Siena 3 nord e coordinatore degli ATC Toscani.
La gestione del cervidi all’interno delle ZRC è un problema che può essere affrontato e risolto – ha affermato Vivarelli – e l’esperienza da noi realizzata dimostra come sia possibile applicare gli interventi di contenimento in articolo 37 per queste specie anche nelle ZRC. Nell’ATC Siena 3 nord, grazie ad un meticoloso impegno dei nostri tecnici nella ricognizione, raccolta dati e documentazioni inoppugnabili, sull’impatto che le popolazioni in oggetto producono alle coltivazioni (in particolare vigneti), oggi è stato possibile realizzare interventi mirati e risolutivi con la collaborazione e partecipazione di oltre 300 cacciatori di selezione; interventi supportati dal parere positivo dell’Ispra. Le fughe in avanti e un piano faunistico regionale che procede per “stralci” non avranno mai il nostro sostegno! Questo il tono dell’intervento del giovane dirigente ARCT Matteo De Chiara. I cacciatori possono contribuire alla soluzione dei problemi gestionali mettendo in campo qualità ed elaborazione politica per dimostrare che la caccia può contribuire alla salvaguardia ambientale e faunistica. Per risolvere i problemi come quello che stiamo affrontando ed altre sfide che assillano il nostro mondo e la nostra passione, dobbiamo accelerare il processo dell’unità del mondo venatorio in un unico grande soggetto, rappresentativo, competente, inclusivo e comunicativo.
Ecco perché oggi, non mi sento un esponente di una sigla venatoria, ma un abitante e militante della Casa comune dei Cacciatori. Chi si ostina a lavorare contro l’unità, di fronte alle sfide esiziali che ci attendono, è contro la caccia! I fragorosi applausi, convinti e sinceri, che hanno accompagnato i vari interventi hanno dato la misura della grande condivisione sui temi esposti e sulla voglia e l’entusiasmo di proseguire sulla strada del progetto unitario della CCT. Dopo un puntuale intervento di Giovanni Doddoli che ha avuto il merito di rappresentare i rischi che si stanno correndo, se il disegno dovesse andare avanti nei termini che si conoscono, il Presidente Tofani a nome di tutte le associazioni confederate ha proposto un documento conclusivo che sarà inviato nella giornata di oggi. In breve tra i vari punti l’ Assemblea chiede che:
sia prodotto un atto formale da parte della Regione Toscana, che stabilisca che la sperimentazione di ZRV termini il 15 aprile 2020 e che tutte tornino a essere ZRC
si disponga ufficialmente la possibilità di effettuare le catture di selvaggina nel primi mesi del 2020 come in passato
si predisponga un piano di abbattimento da presentare a Ispra, per il controllo del capriolo, come in altri ATC toscani
sia chiarita, prima del 15 giugno2019, l’assoluta legittimità dei cacciatori a svolgere la loro attività di caccia, pur rimanendo la perimetrazione di tali zone con tabelle riportanti la dizione “ ZRC”
Siano notificati ai proprietari dei terreni gli atti formali di prassi
Chiediamo inoltre che non vengano sottratte superfici al Territorio a Caccia Programmata in favore di altri Istituti, soprattutto se derivanti da recenti modifiche delle perimetrazioni di ZRC.