Personaggi in cerca di protagonismo e visibilità hanno di recente – ultimo episodio l’assemblea autoconvocata (?) di sabato scorso a Colle Val D’Elsa – alzato il dito accusatorio contro le Associazioni che hanno dato vita alla CCT per una legge, quella sulla gestione degli ungulati, dei cui contenuti, svegliandosi da un ipnotico letargo, si sono accorti decisamente in ritardo.
Gratificati ed appagati dall’essere stati “consultati” direttamente dall’Assessore in persona, hanno forse comprato a scatola chiusa e sono stati poi assenti per oltre un anno dalla battaglia e dal serrato confronto che, nel frattempo, la Confederazione Cacciatori Toscani conduceva, dentro e fuori il Palazzo, per correggere storture e limiti, ponendo come centrale il ruolo delle squadre di caccia al cinghiale e rivendicando per gli ATC competenze effettive per determinarne modalità e strumenti adeguati alla gestione degli ungulati.
Un impegno costante, che la Confederazione Cacciatori Toscani ha espresso sin dalle prime fasi di gestazione della legge obiettivo lo scorso anno; posizioni documentate da articoli di stampa, presenza sui principali siti e, soprattutto, dalla formulazione di proposte di modifica durante tutte le fasi, sino al dibattito in commissione e, ultimo in ordine di tempo, durante la consultazione in Regione del 18 marzo ultimo scorso.
Adesso, con l’entusiasmo che caratterizza gli ultimi arrivati, i “dirigenti” della fronda antiassociazioni reclamano a gran voce le stesse cose; anche in questo caso con un giorno di ritardo rispetto a quanto riaffermato dalla CCT nell’incontro con l’Assessore Remaschi (vedi comunicato di venerdì 18 u.s.). Non è mai troppo tardi, recitava il titolo di una vecchia trasmissione televisiva dedicata agli analfabeti.
Meraviglia semmai che alla tentazione di accodarsi a questo coro sembrino cedere anche Associazioni, presenti all’ultimo incontro in Assessorato, che in quell’occasione si sbracciavano per esprimere condivisione con quanto espresso dalla CCT. A quanti in buona fede rischiano di cadere nelle trappole tese da qualche arruffapopolo la CCT rammenta che l’unità del mondo venatorio e non la sua frammentazione è la via maestra per ottenere risultati concreti. Prima che sia troppo tardi…
La CCT peraltro continuerà nella sua azione, in difesa di tutti i cacciatori e della corretta gestione della fauna.
Confederazione Cacciatori Toscani. (Federcaccia – Arcicaccia – ANUU)
( 23 marzo 2016 )
Non mi riesce a capire cosa vuol dire ruolo centrale delle squadre. Perché se ciò vuol dire monopolio assoluto su tutto il territorio del cinghiale con conseguenti interventi in braccata nelle zone bianche dove in precedenza altri cacciatori hanno eseguito lanci di selvaggina stanziale allora mi sa che molti volontari che tutti gli anni con sacrificio vanno a fare catture e lanci se ne staranno a letto con le proprie mogli. Saluti
Ma che avete lanciato i cinghiali nelle zone bianche? L’argomento sono gli ungulati e no i fagiani o lepri o altri animali. Le squadre pagano annualmente molti soldi per le iscrizioni dei vari componenti e non è giusto che improvvisamente si dica che tutti possono cacciare il cinghiale, senza regole e in tutti i periodi dell’anno. Oltretutto il problema nasce dal fatto che i cinghiali trovano rifugio in quelle aree dove la caccia tradizionale in battuta è vietata e si pensa di risolvere il problema senza coinvolgere le squadre della zona. Comunque hanno già deciso di fare così e sarà dura convincere chi comanda a tornare indietro. Strano però che non ci siano prese di posizioni di ambientalisti/animalisti, perché quello che sarà è fuori da qualsiasi regola finora abbracciata in Italia.