In una sala gremita di fronte a oltre 150 cacciatori, si è svolta l’assemblea organizzata Venerdì 5 dicembre a Capannori (LU) dalla Confederazione Cacciatori Toscani. L’argomento centrale della serata è stato incentrato nell’esaminare e far conoscere ai cacciatori, l’iter di revisione della normativa regionale sulla caccia, i principali contenuti e proposte presentate in queste settimane nei tavoli di concertazione e le linee di indirizzo sul nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale. Nella recente Conferenza regionale sulla caccia di Braccagni, la Confederazione Cacciatori Toscani aveva ribadito più volte la necessità di operare all’interno di un quadro organico evitando di compiere scelte, anche di natura territoriale, prive di una rispondenza generale.
No pertanto a “piani stralcio”, soprattutto sugli istituti faunistici prima dell’approvazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale. Sì ad una attenta e puntuale revisione della normativa regionale e dei regolamenti, finalizzata a superare alcune criticità che in questi anni di applicazione, si sono manifestate. Su questi ed altri aspetti, si sono susseguiti gli interventi dell’assessore regionale Marco Remaschi e di Marco Salvadori, presidente regionale Federcaccia Toscana. Dopo un costruttivo dibattito e alcuni interventi dei partecipanti, sia Remaschi che il responsabile della segreteria dott. Diego Santi, hanno ribadito la volontà di procedere nel rispetto delle indicazioni sottoscritte a Braccagni e garantire, i tempi necessari per l’approvazione dei provvedimenti in esame da parte sia della Giunta, che del Consiglio regionale.
La Confederazione Cacciatori Toscani e le sue associazioni aderenti, rimarranno comunque vigili, riservandosi di valutare se alle parole seguiranno i fatti sugli impegni dichiarati e se soprattutto, per quanto riguarda il futuro degli Istituti faunistici, saranno davvero rispettate le procedure e le disposizioni attualmente vigenti in attesa del nuovo strumento di pianificazione. Da alcune indiscrezioni di queste ore, sembra che si voglia accelerare l’iter istitutivo e di trasformazione di numerosi istituti che porterebbero ad inevitabili sottrazioni di territorio cacciabile nelle varie province toscane. Se ciò accadesse, non esiteremo a percorrere tutte le strade possibili per impedire una deriva non supportata dalle normative e priva di qualunque elemento di confronto con tutti i soggetti interessati.