La Confederazione Cacciatori Toscani protagonista al Game Fair 2015 che quest’anno si terrà nello splendido territorio maremmano. Tra le iniziative la presentazione di una ricerca choc sulla spesa pubblica per parchi, canili, centri di recupero e associazioni ambientaliste che non mancherà di far parlare di sé.
La Confederazione Cacciatori Toscani, cui aderiscono Federcaccia, Arci Caccia e ANUU è presente alla prima edizione del Game Fair in terra di Maremma. Un doppio battesimo, Game Fair e CCT all’insegna della festa ma anche della riflessione e dei bilanci dopo il giro di boa del primo anno di vita del progetto unitario. Lo stand della CCT sarà aperto a tutti cacciatori che vorranno confrontarsi e portare il proprio contributo. Tra le iniziative messe in campo due incontri presso la sala conferenze della fiera. Il primo appuntamento, da non mancare è per sabato 30 alle 16: il gruppo dirigente della Confederazione racconterà le tante cose fatte e i traguardi conseguiti; sarà anche l’occasione per presentare gli strumenti operativi di cui la CCT si è dotata per dare gambe al progetto della nuova caccia. Il primo: si scrive Cedaf e si legge futuro. E’ il Centro Didattica Ambientale Faunistica, l’agenzia formativa riconosciuta dalla Regione Toscana che, in base alla legislazione vigente, può operare su tutto il territorio nazionale ed in Europa, rilasciando attestati dal valore legale. Una straordinaria potenzialità che ha già prodotto risultati eccellenti. E per i servizi alla gestione faunistica e venatoria, ma non solo, è nato Ambitus, il consorzio costituito tra le imprese delle Associazioni aderenti alla CCT.
Secondo appuntamento domenica ore 16 per la presentazione della pubblicazione “Figli di un dio minore”: una ricerca choc sulla spesa pubblica per parchi, canili, centri di recupero e associazioni ambientaliste che non mancherà di far parlare di sé. Pochi sanno che la spesa per gestire il randagismo in Italia, grazie anche a normative dettate dal fondamentalismo animalista, si aggira attorno ai 200 milioni di euro! Con casi come quello di Lecco, affidato senza gara nel 2002 all’associazione Leida, dell’animalista ed ex Ministro Michela Vittoria Brambilla, chiuso nel 2013 a seguito delle denunce di altre associazioni. La punta di un Iceberg, a giudicare dalla messe di dati raccolti, compresi quelli sulle fonti di finanziamento e rappresentatività delle 78, settantotto!, associazioni riconosciute dal Ministero per l’Ambiente, e adesso per la prima volta forniti alla pubblica opinione per le considerazioni del caso.
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