La recente sentenza del TAR Toscano sez. II n° 848/2020 sul Calendario Venatorio della passata stagione venatoria 2019/20, lascia stupiti per alcune motivazioni riportate, soprattutto per quanto riguarda il prelievo venatorio delle specie Moriglione e Pavoncella. Fermo restando la nostra soddisfazione per il risultato ottenuto sulla caccia alla Beccaccia, per la legittima riconferma della chiusura alla data del 31 gennaio, sulle specie Moriglione e Pavoncella, si ripropone il proseguimento di una battaglia necessaria per la difesa dei futuri calendari venatori.
Ormai, il braccio di ferro tra Regioni, ISPRA e Ministero dell’Ambiente, sta assumendo più i connotati di una questione politica, che non tecnica. A nostro parere, infatti, il tentativo è quello di innescare l’ennesima “crociata animal-ambientalista” sull’elenco delle specie cacciabili. L’uso strumentale dell’Accordo AEWA e della Direttiva Uccelli, si accompagnano alle contraddizioni di ISPRA e del Ministero dell’Ambiente. Lo stesso che solo poche settimane fa, intimava alle regioni l’applicazione del divieto di caccia a tali specie nei calendari. L’inizio di una deriva pericolosa a cui intendiamo fermamente opporci, non solo per le solide motivazioni tecnico scientifiche, ma anche per i rischi ben più ampi che essa contiene. Oggi pertanto, la Confederazione Cacciatori Toscani, continua a difendere le ragioni e le scelte compiute dalla Regione Toscana nell’approvazione dell’attuale Calendario Venatorio 2020/21, approvato solo poche settimane fa che, e che riconferma la Pavoncella ed il Moriglione tra le specie cacciabili. Sotto il profilo tecnico, le motivazioni sono note e vogliamo solo brevemente ribadirle:
Ci sono Sentenze recenti del Consiglio di Stato (sez. III del 18/10/2019) che hanno stabilito che le due specie possono essere oggetto di prelievo venatorio. I dati sulle ricatture in ambito europeo della Pavoncella e quelli relativi all’incidenza della caccia su questa specie e sul Moriglione, presentano elementi oggettivi a conferma della legittimità delle scelte compiute dalla regione. Abbiamo fatto presente che sarebbe bastato approfondire l’entità del prelievo di Pavoncelle e Moriglioni in Italia e confrontarlo con la numerosità delle popolazioni per comprendere che l’incidenza di questa mortalità è ininfluente sulla demografia complessiva di queste specie. Per la pavoncella è stimato un prelievo annuale compreso fra 46.000 e 56.000 capi mentre per il moriglione fra 15.000 e 18.000 capi (Sorrenti et. al., 2017).
La pavoncella ha una stima in Europa compresa fra 3.190.000 e 5.170.000 individui maturi, mentre il moriglione fra 1.950.000-2.250.000 soggetti (IUCN, 2020). Applicando i dati medi delle stime (prelievo e popolazione totale) si ottiene per la Pavoncella un’incidenza del prelievo del 1,22%, mentre per il Moriglione dello 0,78%. Basta confrontare queste percentuali con i dati pubblicati di mortalità naturale che sono compresi per la pavoncella fra il 30 e il 40 % (Guida alla Disciplina della Caccia UE) e per il moriglione fra il 19 e il 25% per i maschi e fra il 31 e il 33% per le femmine (Folliot et al., 2019) per comprendere che il prelievo in Italia è così basso da essere nell’ordine di grandezza di quello consentito per la caccia in deroga, quindi ininfluente sulla conservazione delle specie (Guida alla Disciplina della Caccia UE paragrafi 3.5.36 e 3.5.42).
Infine è stato ribadito come il mondo venatorio contribuisca anche in Toscana alle azioni di conservazione e ripristino degli habitat per queste due specie. Per tali ragioni e senza tentennamenti, nella più ampia iniziativa che riguarderà altre realtà regionali e i rispettivi calendari venatori, in Toscana, sarà presentato il ricorso al Consiglio di Stato così come preannunciato dalla Federazione Italiana della Caccia. Questi sono i fatti e le iniziative che saranno sviluppate a difesa di tutti i cacciatori, senza distinzioni di appartenenza. Il mondo venatorio e la caccia sono sotto attacco. Ciò impone il dovere morale e politico di compiere ogni sforzo necessario per riaffermare, nel rispetto della verità scientifica, la certezza del diritto.