Cacciatori Toscani: le proposte di modifica normativa sui chip da applicare ai cani si rivela un vile pretesto degli animalisti per l’ennesimo attacco alla caccia.
Gira in questi giorni una lettera a firma EMPA, OIPA (?) e WWF rivolta ai candidati consiglieri e presidenti in cui si chiede di intervenire su un articolo della legge 59/09 (“Norme a tutela degli animali di affezione, prevenzione del randagismo e anagrafe canina”) recentemente modificato con il fine palese di dare concretezza agli obiettivi indicati dal titolo del provvedimento. Infatti la modifica dell’articolo 40 approvata dal Consiglio Regionale, a proposito delle sanzioni da comminare a chi trovato in possesso di cani privi di chip, dice che “In sede di prima contestazione le sanzioni…..non si applicano se il responsabile provvede all’identificazione e all’iscrizione entro i successivi dieci giorni”. La richiesta delle associazioni sopracitate è di limitarsi a erogare la sanzione e poi chi si è visto si è visto. La monetizzazione del problema elude la sostanza che le modifiche apportate, costringendo a mettersi in regola punta invece a risolvere.
Un approccio difficile da comprendere; ma l’arcano si svela leggendo la lettera di una senatrice del PD, tal Silvana Amati “Responsabile del settore tutela e salute degli animali” che viene allegata alla richiesta delle associazioni animaliste. La norma, sostiene la nostra, “potrebbe portare ad un aumento degli abbandoni, in particolare per quei cani che dovessero mostrarsi non idonei all’attività venatoria”.
Dunque, l’obiettivo non è il benessere degli animali, sono i cacciatori. Incredibile vero? Ci si arrampica sugli specchi per trovare un modo di criminalizzare una categoria, quella dei cacciatori, portatrice di una cultura e di una tradizione nel trattare i propri ausiliari con cura e amore, testimoniata tra l’altro centinaia di pagine di eccellente letteratura.
Vergogna!
Firenze, 21 maggio 2015
Confederazione Cacciatori Toscani
(Federcaccia – Arcicaccia – ANUU)