La decisione è stata presa quindici anni dopo l’invio alla Commissione Europea dei primi dati relativi al nostro paese, su cui si basano i giudizi comunitari in merito ai calendari italiani, ma non congrui e non aggiornati se confrontati con quelli degli altri Stati membri. Al Tribunale dell’Unione Europea è stata proposta quella che la CCT ha definito una coraggiosa proposizione, attualmente in fase di istruttoria.
L’invito di Galletti alle regioni italiane (respinto dalla Toscana, regione che ha mantenuto le date inizialmente previsto) è stato quindi incomprensibile, dato che si è chiesto di anticipare la chiusura della caccia con dati che non sono in alcun modo ritenuti attendibili.