La Confederazione Cacciatori Toscani, sigla che riunisce Federazione Italiana della Caccia, ANUUMigratoristi e Associazione Regionale Cacciatori Toscani, ha presentato a Lucca uno studio sulle conseguenze prodotte dalle modifiche previste dalla Legge sulle Aree Protette. Il testo è attualmente in fase di discussione e la CCT ha illustrato alla stampa i rischi legati a una riforma del genere, auspicando un ripensamento da parte del Governo e della Regione Toscana.
La modifica contiene aspetti che potrebbero complicare la gestione della fauna e di compromettere una situazione che è di per sè già complessa, in alcuni casi addirittura drammatica se si guarda al controllo degli ungulati. Si stanno mettendo inoltre in discussione la prevenzione e il risarcimento danni per gli agricoltori. La denuncia principale riguarda la continua e antistorica preclusione nei confronti della caccia: nei parchi di tutto il mondo il prelievo venatorio è ammesso, seppure con regole rigide. La CCT è per una caccia regolamentata e controllata. Secondo l’associazione, sta per abbattersi un vero e proprio tsunami sul territorio toscano e sul mondo venatorio.
I cacciatori perderebbero infatti molti spazi e il territorio a disposizione. Lo studio della Confederazione ha messo in evidenza come siano 587 gli appostamenti che si trovano nelle aree contigue e 2000 i cacciatori coinvolti. Scompariranno, poi, molti distretti e altri verranno ridimensionati. Tra l’altro, la scorsa stagione nei distretti interessati sono stati abbattuti 2019 cinghiali, il 46% degli abbattimenti totali nell’ATC lucchese. Il ripensamento e il deciso intervento da parte delle istituzioni, dunque, non possono più tardare.